C’è un nuovo social in città. Il 2021 ha portato in dote Clubhouse, un app che permette di interagire tra utenti senza messaggi diretti, ma solamente con audio live. Diversamente da Facebook e Instagram, non condivide brevi testi o immagini, ma è pensata per conversare in diretta su qualunque argomento e con chiunque. Non solamente esperti quindi, ma anche appassionati o neofiti della materia d’interesse. Un Twitter vocale, se vogliamo, che esiste in realtà dallo scorso marzo, ma che nelle ultime settimane ha spopolato prima negli Stati Uniti – raggiungendo oltre 2 milioni di iscritti – , e poi anche in Italia. Al momento è abitato principalmente da giornalisti, esperti tecnologici e persone di spicco come Oprah Winfrey, Drake ed Elon Musk, che stanno contribuendo a far crescere l’attenzione del pubblico per il nuovo social network. Ma come si accede a Clubhouse?

Inviti e privacy – L’app è ancora in fase di sviluppo, e ci si può registrare solamente se invitati da un utente già attivo. Per riuscire a scaricarla (non è possibile accedere alla versione web sul browser del computer) serve un iPhone o un iPad con sistema operativo iOS 13.0, oltre ad un amico che è già riuscito ad entrare. Ogni utente Clubhouse ha a disposizione due inviti per far entrare altre persone, ma si può superare questo limite purchè la persona sia presente nella propria rubrica telefonica. Una volta in lista di attesa tutte le persone già registrate ricevono una notifica, dando così la possibilità al conoscente di accedere all’app senza usare inviti. In fase di registrazione Clubhouse chiede il nome e cognome dell’utente, senza possibilità di username, un cambio di paradigma rispetto agli altri social che permettono ogni sorta di nickname agli utenti. Oltre al nome però, l’app chiede di accedere alla rubrica telefonica, in quanto ogni utente è legato al proprio numero, non alla email. Proprio questa richiesta è finita sotto la lente d’ingrandimento del garante per la protezione dei dati di Amburgo, secondo cui Clubhouse non soddisferebbe i requisiti del Regolamento europeo sulla privacy.

Le stanze – Il passaggio successivo è scegliere i propri interessi, e vedere chi tra i propri contatti telefonici è già presente sul social. Seguendone alcuni, l’app propone delle “stanze” in cui poter entrare a parlare o ascoltare, sulla base dei propri following. In una fase successiva, si può collegare anche il proprio profilo Instagram o Twitter, scovando così nuove conoscenze. Chiunque sia nella Clubhouse può avviare una chat, scegliendo se aprirla a tutti o solamente ad alcuni utenti, dandole un tema. I più gettonati al momento sono marketing, innovazione tecnologica e, con l’avvicinamento del Festival, Sanremo. Proprio nelle stanze però sta emergendo un altro limite del nuovo social: chi crea la stanza ne è moderatore, può dare e togliere la parola agli utenti, ma in nessun caso evitare che vengano veicolati messaggi violenti o d’odio. Non c’è ancora una policy che permetta di controllare che non vengano create stanze razziste o piene di fake news. Gli utenti possono essere cacciati dalla piattaforma dopo un certo numero di segnalazioni, ma ancora non c’è un vero e proprio piano per garantire una maggiore moderazione delle conversazioni.

Il leader cinese Xi Jinping con Sergio Mattarella (Ansa/ Abruzzese)

La censura cinese – Negli ultimi mesi Clubhouse era sbarcato anche in Cina. In un paese dove non è consentito uno scambio libero di opinioni, i giovani usavano il social principalmente per parlare di temi controversi e proibiti dal regime. Le proteste a Hong Kong, i rapporti con Taiwan e la persecuzione degli Uiguri, la minoranza musulmana che vive nella regione dello Xinjiang, sono solo alcuni dei temi trattati dagli attivisti presenti sull’app, che la utilizzavano anche per coordinare le proteste contro Xi Jinping. Sugli altri network del paese erano spuntati hashtag per chiedere il libero accesso alla piattaforma e c’era qualcuno che vendeva i propri inviti con prezzi variabili. La ventata di libertà di espressione è durata poco però. L’8 febbraio scorso il governo di Pechino ha bandito Clubhouse.