«Un nuovo modello di cittadinanza è una questione cruciale. Aiuterebbe subito a livello pratico». Parla don Giovanni Salatino, che insegna religione alla scuola Arcadia, elementare e media, di Gratosoglio, il quartiere della periferia sud di Milano dove è nato Alessandro Mahmood. E si capisce subito, da come carica la voce, che è la parola “cruciale” a essere al centro dei suoi pensieri. Perchè, dice, «I ragazzi non hanno minimamente idea di cosa voglia dire essere immigrati regolari in Italia. Passa il messaggio dell’irregolare, del barcone e basta. La classe politica è incapace d interpretare il momento presente»
Viaggi difficili – A Gratosoglio si svolge ogni anno il Campus per la pace, che riunisce ragazzi di varie scuole milanesi. E’ un quartiere dove il 35 per cento della popolazione è di origine straniera ma solo il 7 per cento è nato fuori dall’Italia. Immigrati di prima, seconda e terza generazione. Per don Salatino, che organizza ogni anno il Campus della pace, il problema è nella narrazione dell’immigrazione e, soprattutto, in una burocrazia lontana e nemica. Il sacerdote ha organizzato un viaggio a Sarajevo, città gemellata da anni con la parrocchia di Gratosoglio, con i ragazzi e le ragazze dell’oratorio. «Mamma mia che fatica per i cittadini non italiani. Devo chiedere documenti aggiuntivi per fare viaggiare questi ragazzi». La Bosnia non fa parte dell’Unione Europea e per i cittadini stranieri in Italia è necessaria una procedura speciale per circolare liberamente in Stati terzi. «E’ una complicanza inutile e crea discriminazione».
“Vecchi e arrabbiati” – Arenata nel 2015 in Senato la possibilità di approvare lo ius soli temperato (diritto legato al territorio) e lo ius culturae (diritto legato all’istruzione), la cittadinanza italiana per i figli di stranieri nati in Italia sembra una possibilità remota nell’attuale contesto di governo Lega-5Stelle. La legge sulla cittadinanza attualmente in vigore risale al 1992. Un bambino nato da genitori stranieri può chiedere la cittadinanza dopo aver compiuto 18 anni, e solo in caso di residenza ininterrotta e legale sul suolo italiano.
«Prenda ad esempio l’indagine 2018 del Censis, siamo un paese arrabbiato e vecchio», commenta don Salatino. Un paese rabbuiato, insicuro, impaurito dal diverso, come descrive il rapporto.
Europa amica – «Ogni anno propongo ai miei ragazzi dell’oratorio un viaggio in Europa. Siamo andati l’anno scorso a Parigi quest’anno andremo a Stoccarda. E’ importante far capire un modello alternativo». Un’alternativa all’attuale sistema italiano. Non potranno votare alle prossime elezioni europee perché ancora minorenni ma i ragazzi dell’oratorio di Gratosoglio credono nell’Europa unita. «I ragazzi più grandi pensano all’Europa come possibilità concreta per la loro vita perché non escludono di spostarsi per lavorare» – spiega don Giovanni – «L’Europa è l’ultima ancora di salvezza che ci è rimasta».