A Milano la clinica pediatrica De Marchi è la prima in Italia a curare la sindrome di Hikikomori. Diagnosticata in Giappone già alcuni anni fa, dove i casi ammontano a 500mila, inizia a essere trattata anche nel nostro Paese. La clinica ha in cura per ora 6 casi, bambini e adolescenti, e ha ideato un progetto per sensibilizzare anche genitori e scuole a non eccedere nell’uso delle tecnologie.

Hikikomori: cosa vuol dire – Il termine indica letteralmente l’isolamento ed è riferito a coloro che scelgono di ritirarsi dalla vita sociale, per motivi personali di varia natura. Ma negli ultimi anni, con la diffusione tra i giovanissimi di forme di dipendenza legate all’uso di smartphone e computer, il significato si è esteso a chi cerca rifugio dalla vita reale nella luce blu dello schermo.

Le cause – Secondo gli specialisti, la predisposizione a questa sindrome è data dalla società contemporanea che richiede prestazioni sempre più elevate, tanto che il bambino già dai primi anni di scuola si sente in dovere di primeggiare. I più fragili tendono a sottrarsi al confronto, chiudendosi in se stessi.

I casi della De Marchi – I casi seguiti dall’ospedale, riporta Repubblica, al momento sono 6, in carico all’ambulatorio di Terapia integrata del dolore. Questo reparto è uno dei primi del Paese a occuparsi di dolore acuto e cronico dei bambini: quei mal di pancia che non passano e tornano ogni mattina prima di andare a scuola, o i mal di testa che diventano il motivo per isolarsi dai coetanei. Quando a queste patologie si associano la dipendenza dalla rete o dai videogiochi, c’è il rischio che si presenti la sindrome di Hikikomori. Anche se, avvertono gli specialisti, sarebbe meglio parlare di tendenza all’isolamento, dato che Hikikomori non è stata ancora definita dal manuale dei disturbi mentali, il Dsm-5. Alla De Marchi il più piccolo dei 6 pazienti ha 9 anni, ma per la maggior parte è un male che colpisce gli adolescenti. Questi ragazzi sono arrivati in ospedale con dolori cronici, mal di pancia o mal di testa, che impedivano loro di svolgere le normali attività come andare a scuola o fare sport. Ma spesso questi dolori sono il sintomo di un disagio più profondo, che coincide appunto con l’isolamento nella propria stanza davanti al tablet. La dipendenza da internet crea un circolo vizioso: è il ragazzo che sceglie di isolarsi nel mondo virtuale ma sono anche le attrattive della rete ad isolarlo dal mondo reale.

Il progetto – Il progetto ideato dalla De Marchi si chiama “GiocaMi”, sostenuto da Coop Lombardia, e coinvolge un migliaio di bambini e adolescenti delle scuole milanesi. L’obiettivo è quello di aiutare i ragazzi attraverso giochi da tavolo: a fine aprile dovranno presentare un progetto in cui mostrano come hanno lavorato alla creazione di un racconto.