Contengono nicotina ed emettono fumo. Di divieti, per loro, non ce ne sono: cinema, ristorante, metropolitana, dappertutto, ormai, si vedono persone fumare la propria sigaretta elettronica. Ancora non è chiaro se e quanto siano nocive. Su una cosa, però, non ci sono dubbi: fanno arrabbiare i tabaccai. «È concorrenza sleale», lamenta l’UniontabItalia (Unione operatori del tabacco Italia), che ha deciso così di ricorrere al Tar per bloccarne la vendita.

«Le sigarette elettroniche sono un modo di consumare nicotina, quindi di produrre sigarette senza cartina e in forma liquida». Per questo Enzo Perrotta, presidente dell’associazione (che conta 5.320 soci in tutta Italia), vuole che il prodotto sia tassato come una sigaretta tradizionale: «Lo impongono le leggi che regolano la distribuzione dei tabacchi. E queste leggi, prima di tutto, impongono una distribuzione in maniera selettiva e ben definita».

Secondo i tabaccai, «l’incertezza e la tardività dell’applicazione delle leggi esistenti sta portando un danno annuo all’erario di 1 miliardo di accise». La previsione prende le mosse da recenti dati che segnalano una flessione delle accise di 200 milioni di euro negli ultimi tre mesi. Un danno al quale, aggiunge UniontabItalia, si sommano le difficoltà di una categoria già duramente provata dal mercato nero: «In questo momento di crisi, il contrabbando delle bionde», spiegano i tabaccai, «sta fortemente tornando alla ribalta per le strade di molte aree metropolitane».

Giulia Carrarini