Più di 82 mila contagiati, 2.800 morti e 33 mila persone guarite. È il bilancio mondiale (aggiornato al 27 febbraio 2020) relativo alla diffusione del Coronavirus, che mercoledì fuori dalla Cina ha contagiato più persone (459) rispetto ai nuovi casi registrati nel suo luogo di origine (412). Il virus, intanto, si sta diffondendo in Europa e il Parlamento di Strasburgo mette in quarantena europarlamentari e staff che siano stati in Italia negli ultimi 14 giorni. Molti stati stanno emanando restrizioni nei confronti di chi è stato nelle nazioni più colpite (Cina, Corea del Sud, Italia, Giappone e Iran).
Situazione cinese – Dopo oltre un mese di stallo, 78 mila persone contagiate e 2.700 decedute, la Cina prova a ripartire e a proteggersi. In seguito alle misure draconiane imposte dal presidente cinese Xi Jinping, mercoledì solo 10 nuovi casi si sono verificati fuori dall’Hubei, regione dove si trova Wuhan ed epicentro dell’epidemia. In Cina il picco si è verificato tra il 23 gennaio e il 2 febbraio e ora le autorità temono un “contagio di ritorno”: hanno deciso di mettere in quarantena per 14 giorni tutti coloro che arrivano da Paesi dove si sono verificati contagi.
Resto del mondo – Dopo la Cina, la nazione più colpita risulta essere la Corea del Sud con 1.600 contagiati e 12 morti. Subito dopo c’è l’Italia con 528 persone infette e due morti in più rispetto al paese asiatico. A seguire il Giappone, con 186 contagiati e 3 persone decedute, che ha deciso di chiudere tutte le scuole dal 2 marzo, e l’Iran con il più alto numero di morti (22) fuori dalla Cina, ma 245 casi di contagio. Il virus comincia a diffondersi anche negli Stati Uniti, dove 59 persone sono risultate positive, ma il presidente Donald Trump si sente sicuro nell’affrontare l’emergenza: «Siamo pronti, molto pronti». Anche nel resto d’Europa comincia a diffondersi il virus. Si sono registrati 27 casi in Germania, 18 in Francia, 13 in Spagna e nel Regno Unito. Negli altri Paesi europei si sono verificati uno o due contagi legati ai focolai italiani o iraniani.
Parlamento europeo – Le istituzioni europee hanno cominciato a prendere provvedimenti per provare ad arginare il rischio di diffusione dei contagi. Gli europarlamentari e i membri del loro staff, che negli ultimi 14 giorni sono stati nelle regioni italiane considerate a rischio (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte), sono invitati a osservare un periodo di auto-isolamento di 14 giorni. La decisione riguarda anche chi è stato in Cina, Singapore, Corea del Sud e Iran. Invece, i funzionari sono obbligati a lavorare da casa per 14 giorni. Per quanto riguarda i tirocinanti che cominceranno a lavorare il primo marzo, inizialmente il loro stage era stato rinviato a ottobre, ma poi è intervenuto il presidente del Parlamento europeo David Sassoli che ha uniformato la loro situazione a quella dei funzionari.
Tutti gli stagisti dei tirocini Robert Schuman previsti dall’1 marzo prenderanno servizio attenendosi alle stesse disposizioni previste per il personale del Parlamento europeo. Benvenuti!
— David Sassoli (@EP_President) February 26, 2020
Problemi per chi viaggia – Con il diffondersi dell’epidemia molti Paesi stanno ponendo limitazioni ai viaggiatori provenienti dalle zone più colpite dal virus. Sono 13 gli Stati che hanno imposto restrizioni. Si va dalle “misure di contenimento” come quelle dell’Ecuador che ha imposto controlli sanitari su tutte le persone in arrivo da Italia, Cina, Corea del Sud e Iran. Per giungere a Paesi come l’Arabia Saudita e il Kuwait che hanno vietato l’ingresso a chi proviene da Stati con casi confermati di coronavirus. Inoltre chi viaggia rischia di rimanere in quarantena per 14 giorni nel Paese di destinazione, come per esempio è stato deciso in Eritrea. Per avere la lista completa e aggiornata di tutti gli Stati che hanno posto limitazioni, è possibile consultare il sito Viaggiare Sicuri, un servizio dell’unità di crisi della Farnesina.