«Togliamoci subito il dente: lo sciopero delle donne proclamato ieri si è rivelato un mezzo disastro». Dario Di Vico è lapidario nel suo editoriale di oggi, 9 marzo, sul Corriere della Sera. E non solo perché allo sciopero hanno partecipato più uomini che donne e perché «l’astensione dal lavoro nei trasporti o nelle scuole ha finito per pesare su altre donne che sono dovute rimanere a casa perché magari la baby sitter non poteva raggiungerle», come scrive Di Vico. Ma anche e soprattutto perché il significato della manifestazione sembra essere solo un ideale, con il suo rifiuto della violenza e la sua condanna del femminicidio. Negli ultimi due giorni una donna è stata uccisa, una è in fin di vita e si indaga sulla morte di una terza, trovata nella sua abitazione a Cirò Marina, in Calabria.
Vicenza – Gli inquirenti indagano sull’incidente di martedì scorso, 7 marzo, sulla regionale 11 a Gambellara, vicino a Vicenza, in cui sono morti Antonio Facchin, di 54 anni, e Vanna Meggiolaro, 50 anni, marito e moglie che stavano per divorziare. La macchina su cui i due coniugi viaggiavano ha invaso l’altro corsia, schiantandosi frontalmente contro un tir. A terra nessun segno di frenata. È per questo che gli inquirenti pensano che l’incidente, avvenuto a due giorni dall’udienza di separazione, sia stato piuttosto un omicidio-suicidio. Nell’ultimo anno l’uomo era stato denunciato per maltrattamenti ed era arrivato a minacciare il legale della moglie con una pistola giocattolo, cui però era stato tolto il cappuccio rosso.
Mantova – La trentatreenne Francesca Cadioli è in fin di vita. Intorno alle 20 di ieri sera, 8 marzo, il suo ex compagno Konstantin Kossiivitsov le ha dato una coltellata in testa. Il muratore russo, 38 anni, si è presentato alla porta di casa della donna, nel quartiere Frassine a Mantova, già armato. L’ha pugnalata e poi si è barricato in casa, con la donna agonizzante e con la loro bambina di due anni. A trovarli la madre di lei, che ha subito chiamato le forze dell’ordine. Al loro arrivo, i poliziotti hanno trovato l’uomo che tentava di pugnalarsi. La bambina è stata trovata chiusa in una stanza, illesa. I vicini di casa hanno detto di aver sentito delle urla, ma di averle scambiate per una lite fra ragazzini.
Crotone – Colpita da un corpo contundente alla testa, Antonella Lettieri è stata trovata morta nella sua abitazione a Cirò Marina, in Calabria. La quarantenne indossava ancora il giubbotto e teneva in mano il telefonino, quando è stata aggredita. A trovare il cadavere è stato il fratello della donna, preoccupato del fatto di non averla vista al lavoro nel negozio di alimentari nel quale Antonella faceva la commessa. I carabinieri non escludono l’ipotesi del femminicidio.
Giustizia lumaca – È arrivata dopo 17 anni dagli abusi la sentenza di condanna per un patrigno che violentava la bambina della compagna. Appena prima della prescrizione (mancavano una ventina di giorni all’archiviazione), ma undici anni dopo la morte della ragazzina, che si suicidò nel 2006. Nata in Perù, la bambina aveva raggiunto la madre a Torino. Qui iniziò a subire abusi dal patrigno cinquantenne. La piccola denuncia il fatto ma la madre, anziché difenderla, l’allontana. La ragazzina, ormai adolescente, trova rifugio in comunità. Si ammala di disturbi alimentari e poi si suicida. Ieri, 8 marzo, arriva la sentenza: tre anni e mezzo di carcere per l’orco. Che nel frattempo, però, è tornato in Perù e che difficilmente sarà estradato in Italia per scontare la sua pena.