Perseverare può essere diabolico oppure semplicemente avverso, anche nell’esplorazione di una grotta. Ottavia Piana, speleologa di 32 anni, è ancora bloccata nella galleria in cui è rimasta ferita e la situazione potrebbe non cambiare fino a martedì 17 dicembre. I soccorritori sono sul posto, ma la poca conoscenza del territorio sta rendendo complesso il soccorso. In particolare, la galleria dell’incidente è stretta, tanto da non permettere ai medici di estrarre la donna su una barella. Sarà necessario ricorrere ai disostruttori, tecnici specializzati nell’allargamento di spazi sotterranei attraverso delle esplosioni controllate.
L’incidente – Ottavia Piana è caduta da 5 metri a causa di un cedimento della roccia e si è procurata diverse ferite alle gambe, al viso e al torace. L’allarme è stato dato dai suoi colleghi intorno alle 22.30 di sabato 14 ottobre e già nella mattinata di domenica sono arrivati i primi soccorsi che l’hanno immobilizzata. Le condizioni sono stabili: Piana è sempre rimasta cosciente, ma non è in grado di spostarsi da sola. In attesa dell’intervento dei disostruttori, le sono state portate coperte, piumini e un paio di bombole d’ossigeno da utilizzare in caso di necessità, mentre i Vigili del Fuoco hanno installato dei fari per illuminare l’ingresso della grotta. In questi giorni le temperature della galleria si aggirano intorno agli 8 gradi, ma il tasso di umidità è molto alto.
I trascorsi – Nel luglio 2023 Ottavia Piana era già rimasta bloccata sotto le macerie della stessa grotta per 48 ore. Questa volta la situazione è più grave perché più gravi sono le lesioni riportate e più lunghi i tempi previsti per estrarla dalla galleria. La speleologa, che studia la zona da anni, si trovava lì insieme a otto colleghi per sviluppare una mappa geomorfologica delle zone ancora sconosciute del cosiddetto «Abisso Bueno Fonteno», un’area vicina al lago d’Iseo in provincia di Bergamo. La grotta in questione è stata scoperta a inizio anni Duemila e Piana stava esplorando percorsi non ancora battuti. Ora l’esplorazione continua di pari passo con il tentativo di salvare la studiosa.
Le condizioni della speleologa – Alberto Gabutti, coordinatore delle operazioni di salvataggio, ha affermato che «alla risalita in superficie mancano ancora due chilometri», mentre Rino Bregani, medico del Cnsas (Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico) e primo soccorritore di Piana si è soffermato sulle condizioni della studiosa: «Ottavia è sempre un po’ demoralizzata, parla poco, noi cerchiamo di incoraggiarla continuamente. Sa che il trasporto sarà ancora molto lungo e ci sono ancora dei rischi. Era molto disidratata e viene nutrita attraverso le flebo. Risponde ai farmaci, resta la criticità delle fratture e delle lesioni in più punti. Lei sa che possono evolvere, ma siamo abbastanza ottimisti, con cautela».