Gli italiani devono fare attenzione a quello che finisce nel loro carrello della spesa, e poi nel loro piatto. Lancia l’allarme Coldiretti, che insieme a Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agroalimentare, ha stilato il Rapporto 2018 sulle agromafie. Una rete criminale fatta di contraffazioni, sofisticazioni e sfruttamento sempre più estesa avvolge i prodotti alimentari, con conseguenze sia sulla salute che sull’economia dei cittadini.

Crimini I reati commessi nell’agroalimentare sono cresciuti del 59% rispetto al 2017. A essere colpiti soprattutto i vini italiani e la carne, settori in cui l’illegalità è cresciuta rispettivamente del 75% e del 101%. Ma sul tavolo apparecchiato da Coldiretti a tema “Il crimine nel piatto degli italiani”, ci sono anche mozzarelle sbiancate, tartufi cinesi e banane frutto di lavoro minorile. Per condire il tutto, olio colorato con clorofilla e vino adulterato con zucchero. A decorare il tavolo mazzi di rose che simboleggiano il racket degli ambulanti illegali che sfrutta soprattutto i bengalesi.  Gli italiani per lo più stanno attenti alla provenienza dei cibi e ai marchi made in Italy, ma molti non si possono permettere questa cura: il 37% dei consumatori sceglie i prodotti solo in base al prezzo più economico.

Le agromafie – Dietro al crimine nel campo dell’agroalimentare, che continua a crescere anche in tempi di crisi e a infettare tutta la società, c’è un business mafioso che negli ultimi anni ha cambiato pelle, aumentando il suo giro d’affari a quasi 25 miliardi di euro (più 12,4%). Si parla infatti di una mafia 3.0 perché ora al comando ci sono “colletti bianchi”: persone istruite, plurilingue, che gestiscono tutta la rete criminale del settore. Il problema è che le norme non sono aggiornate, ha spiegato il presidente dell’Eurispes Gian Maria Fara, per cui non si riesce a fronteggiare una governance multilivello come quella delle mafie di oggi. «Occorre verificare la filiera, la tracciabilità, tutelare le azienda sane che sono il 99 per cento e andare a beccare i delinquenti», le parole del ministro degli Interni Matteo Salvini, che ha poi lanciato una stoccata all’Unione europea: «A monte di tutto c’è la difesa del made in Italy in sede Ue perché la contraffazione è un incentivo alla criminalità organizzata».