Alle brusche frenate sulle linee metropolitane gestite da Atm, Azienda Trasporti Milanesi, la città di Milano si è quasi abituata dopo diversi episodi sparsi in tutto il 2019 che hanno minato il mito del capoluogo lombardo come posto dove tutto funziona, specie trasporti e infrastrutture. Nessuno, però, si aspettava che l’anno si sarebbe avvicinato alla fine con un autista dell’azienda indagato per omicidio stradale e una maxi inchiesta per rischio di disastro colposo. Il weekend più grigio di tutto l’anno per Atm è stato quello di Sant’Ambrogio: sabato 7 dicembre un camion dell’Amsa si è schiantato contro un filobus che era passato con il rosso. Bilancio: 14 feriti, 1 morto, un’indagine interna ad Atm aperta dai vertici della società e quella parallela dei magistrati di Milano. Lo stesso giorno si registravano altri 4 feriti, lievi, in un incidente tra un bus Atm e un motociclista. Intanto, proseguono le indagini per il caso delle brusche frenate che, dallo scorso marzo, continuano a susseguirsi sulla linea M1: a infoltire il fascicolo dei pm, che indagano su presunte anomalie del sistema di frenata dei convogli, l’ennesimo episodio dell’anno, avvenuto alla fermata San Babila venerdì 5.
L’incidente tra il bus Atm e il camion Amsa – Che uno dei conducenti dei due mezzi coinvolti nell’episodio del 7 dicembre avesse bruciato un rosso era parso subito chiaro. Dalle telecamere di sorveglianza della zona dello scontro, l’incrocio tra viale Ergisto Bezzi e via dei Gracchi, si è poi scoperto che alle 8.09 di quella mattina a non aver rispettato il semaforo è stato l’autista Atm. L’impatto ha provocato la rottura della porta centrale del bus, fuori dalla quale è stata sbalzata Shirley Ortega Calanci, babysitter di 49 anni, che è caduta in strada battendo la testa. Ricoverata d’urgenza al Policlinico la donna, subito entrata in coma per l’incidente, è morta nel pomeriggio di domenica 8 dicembre, poco dopo aver ricevuto in visita il sindaco di Milano Beppe Sala. Commentando quanto accaduto, il primo cittadino della città si è detto «profondamente addolorato e conscio di dover fare tutto il possibile per garantire ai miei concittadini le condizioni di vita dignitosa e sicura che meritano» e di sentirsi «pienamente responsabile quando ciò non avviene». Intanto, su quanto successo si indaga su un duplice fronte. Uno, quello della Procura, che ha aperto un’inchiesta per omicidio stradale a carico del conducente con l’obiettivo principale di capire il perché del mancato rispetto del semaforo rosso. Un altro interno ad Atm che, in una nota diffusa domenica 8, ha dichiarato di essere «pronta a prendere tutti gli opportuni provvedimenti».
L’altro incidente di sabato 7 dicembre – A poche ore di distanza dallo schianto di viale Bezzi, verso le 17, un altro incidente vedeva coinvolti un autobus dell’Atm e una motociclista tra viale Lario e viale Marche. Lì, secondo quanto riferito da Atm, l’autista della linea 70 si era fermato all’incrocio tra i due viali per far passare un gruppo di pedoni, quando la moto l’ha superato sulla destra, urtandolo, finendo sulla pista ciclabile e investendo i pedoni. Due di questi sono stati trasportati al pronto soccorso in codice verde, assieme a un passeggero del bus e al motociclista, arrivato in corsia in codice giallo.
L’inchiesta sulle frenate in metropolitana- E ancora. Venerdì 6 dicembre gli ospedali milanesi hanno visto arrivare nei loro pronto soccorsi 7 persone, mentre altre 10 rimanevano lievemente ferite nell’ennesima frenata improvvisa sulla Linea M1, questa volta all’altezza della fermata San Babila. Il 27 novembre succedeva ancora, sempre sulla stessa linea, al capolinea Bisceglie, e a rimanere coinvolti erano 11 passeggeri. Ora gli uffici di via Freguglia hanno aperto un’indagine per rischio di disastro colposo che accorpa gli ultimi due incidenti a una decina di casi simili verificatisi nel 2019 (i più gravi il 4, il 9 e l’11 marzo). La maxi inchiesta, coordinata dal pm Maura Ripamonti e dall’aggiunto Tiziana Siciliano, si concentra sulle presunte anomalie nel sistema di sicurezza che regola le frenate di emergenza, esterno rispetto a quello dei treni. Intanto, dopo l’episodio di San Babila, l’assessore alla Mobilità del Comune di Milano ha fatto sapere che proprio su questo sistema di frenata gli uffici comunali hanno già iniziato a lavorare. «Le pratiche per le modifiche del sistema stanno proseguendo» in attesa di «un ok ministeriale» alla modifica che, aggiunge Granelli, dovrebbe «aiutare a diminuire il fenomeno» delle brusche frenate.