Dieci buste bomba destinate a dieci persone che non si conoscono. Tra loro anche Francesco Chiricozzi, ex militante di CasaPound condannato in primo grado a 3 anni di carcere per stupro. Un nome che, secondo gli inquirenti, avvalorerebbe la pista della galassia anarchica nel caso dei plichi esplosivi che negli ultimi giorni sono stati inviati a Roma e in provincia di Rieti. La Procura della Capitale ha aperto un fascicolo in cui si ipotizzano i reati di attentato con finalità di terrorismo e lesioni.

Il plico per Chricozzi – La busta destinata a Chiricozzi è stata intercettata nei giorni scorsi nel centro di smistamento delle poste di Ronciglio, centro della Tuscia. Sul pacco, come nei casi precedenti, un mittente “conosciuto” al destinatario: il nome dell’avvocato difensore di Riccardo Licci, l’altra persona condannata a 2 anni e 10 mesi per la violenza sessuale ai danni di una donna di 36 anni.

Nessun collegamento – Le indagini di Ros e Digos hanno accertato che tra tutte le persone a cui la busta gialla formato A4 è stata spedita non c’è alcun tipo di rapporto. L’unico comune denominatore di questa iniziativa è il tipo di fabbricazione utilizzata per i plichi. In tutte le buste era presente una scatoletta di legno con dentro un congegno di innesco e l’esplosivo, in quantità tale per ferire ma non uccidere. Intanto, gli inquirenti hanno visionato le telecamere a circuito chiuso di negozi gestiti da cinesi nella zona nord di Roma. Per chi indaga, l’autore – o gli autori – dei pacchi potrebbe avere acquistato lì le “materie prime”.

I casi – Tra i dieci destinatari dei plichi bomba c’è anche un avvocato che in passato ha difeso l’ex gerarca nazista Erich Priebke e che, il 5 marzo, si è visto recapitare dal postino il plico nella sua abitazione di via Ubaldo degli Ubaldi nella zona di Boccea. Nei giorni scorsi, era stato recapitato, sempre via posta, un plico anche a un uomo di 54 anni che lavora come portiere in un condominio in zona Ponte Milvio. Insospettito dal mittente fittizio e dalla busta imbottita all’interno, il destinatario ha portato la busta nella vicina caserma dei carabinieri. La sera del primo marzo, invece, un plico era esploso al Centro di smistamento di Fiumicino ferendo un’impiegata: secondo la ricostruzione degli inquirenti, la destinataria sarebbe stata una ex dipendente dell’Ateneo di Tor Vergata nell’ambito di un accordo siglato nell’ottobre scorso con l’Aeronautica Militare. Dietro il ferimento di una donna di 68 anni, esperta in biotecnologie, che lavorava presso l’università cattolica del Sacro Cuore-Gemelli, ci sarebbe invece l’intesa di cooperazione siglata nel dicembre del 2017 con una struttura della Nato: il Corpo d’armata di reazione rapida in Italia (Nrdc-Ita).