Un sistema di corruzione consolidato. Quasi, a detta degli inquirenti, come se fosse legalizzato. Il comune di Legnano, città simbolo della Lega, finisce nel mirino della magistratura per corruzione elettorale e tangenti. A pochi giorni dall’inchiesta della Dda di Milano che, con le accuse di finanziamento illecito e associazione a delinquere, ha coinvolto 95 persone tra cui politici e imprenditori lombardi, il 16 maggio sono stati arrestati il sindaco, il vicesindaco e un’assessore del comune milanese. Per il primo cittadino leghista, Giambattista Fratus, e per l’assessore alle Opere pubbliche, Chiara Lazzarini, sono stati disposti i domiciliari. In carcere, invece, l’assessore al bilancio e vicesindaco, Maurizio Cozzi. L’indagine, chiamata “Piazza Pulita”, è stata condotta dalla Guardia di finanza di Milano.

L’indagine – I reati contestati ai vertici dell’amministrazione del comune sono turbata libertà degli incanti e corruzione elettorale. Durante la conferenza stampa, il procuratore aggiunto di Busto Arstizio, Giuseppe D’Amico, ha spiegato che l’indagine riguarda «un sistema di nomine grazie al quale venivano chiamati a ricoprire ruoli dirigenziali soggetti e amici, che in futuro sarebbero stati non solo riconoscenti ma anche manovrabili». Secondo le prime indiscrezioni, gli indagati avrebbero assegnato tre posizioni dirigenziali pubbliche a soggetti a loro graditi. Per la Guardia di Finanza, si sarebbero verificate alcune «turbative nello svolgimento delle procedure selettive» per le cariche di dirigente per lo sviluppo organizzativo del comune, di direttore generale di Agma Legnano S.p.a, e di un incarico presso la partecipata Euro.pa Sevice. «Gli indagati – ha aggiunto il sostituto procuratore di Busto Arsizio, Nadia Calcaterra – avviavano selezioni personali, agganciavano i loro candidati, sostenevano dei colloqui e alla fine facevano in modo che i bandi venissero turbati in modo tale da ottenerne la nomina, nonostante l’incompatibilità assoluta con l’incarico bandito».

Le accuse rivolte al sindaco –  Il primo cittadino, in occasione delle elezioni amministrative del 2017, avrebbe dato un incarico presso Aemme Linea Ambiente, una partecipata del comune, alla figlia di un candidato escluso al primo turno. Stando alle prime indiscrezioni, in cambio Fratus avrebbe ricevuto dal padre della ragazza appoggio elettorale al ballottaggio. La cosa più allarmante per gli inquirenti è che tutti gli indagati «hanno scarsissimo senso della legalità e non percepiscono assolutamente la gravità delle loro azioni, quasi fosse un modus operandi che, solo perché diffuso, è legalizzato». Nelle intercettazioni delle Fiamme Gialle, il vicesindaco Cozzi e l’assessore Lazzarini parlando con Fratus dicono: «Una volta che si individua la persona, si individua e basta, la gara è finita. Bisogna pilotarla questa gara, deve essere una persona di vostra fiducia» .

Salvini: attendo la magistratura – Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha detto di non voler entrare nel merito delle indagini, ma di attendere fiducioso le decisioni della magistratura. Ciò che preoccupa Salvini, probabilmente, è l’influenza che uno scandalo di questo tipo può avere sulle elezioni europee, anche per il forte valore simbolico che il comune di Legnano ha nella storia della Lega.

Legnano – Il comune dell’Alto Milanese, a una ventina di chilometri dal capoluogo lombardo, è infatti una città simbolo per il Carroccio. Anzi, è una città simbolo per l’Italia intera dato che è l’unica citata nell’Inno nazionale oltre a Roma. Un privilegio che le spetta per un’importante avvenimento storico: la Battaglia di Legnano. In quello scontro campale, il 29 maggio 1176 – di cui tra pochi giorni ricorrerà l’anniversario – si spensero le velleità egemoniche di Federico Barbarossa sull’Italia Settentrionale grazie alla fiera opposizione di una Lega di comuni lombardi, la “Lega Lombarda”, appunto, che diede il nome al nucleo originario dell’attuale movimento politico. La Lega Lombarda si formò con un giuramento a Pontida (Varese), altro luogo iconografico, dove per decenni si sono svolte le riunioni oceaniche dei ‘lumbard’ e dei leghisti di tutto il Nord. Nacque qui, quindi, quell’alleanza trasversale che ha portato alla creazione della Padania di Umberto Bossi e, oggi, al partito del vicepremier Matteo Salvini. Nacquero qui, infatti, i simboli del partito che oggi è al governo insieme ai Cinque Stelle: la sagoma con la spada alzata verso il cielo che appartiene al comandante Alberto Da Giussano, che nella tradizione popolare ha guidato le truppe lombarde contro l’invasione, e il carro trainato da buoi intorno al quale si riunirono gli eserciti, icona del Carroccio.