«Il peschereccio  I può tornare in mare. I membri dell’equipaggio dalle loro famiglie. Liberi. Ancora un ottimo risultato». Nella mattina di martedì 16 maggio, il ministro degli Esteri Angelino Alfano ha dato su Twitter la notizia della liberazione del peschereccio “Ghibli Primo” del Distretto Pesca di Mazara del Vallo, fermato domenica in acque internazionali e condotto al porto di Ras al Hilal in Libia. A confermarlo, dopo il ministro Alfano, il presidente del Distretto della pesca e crescita blu, Giovanni Tumbiolo.

In mare – I pescatori liberati, che sono subito tornati alla loro attività in mare, hanno dichiarato: «Sentiamo il dovere di ringraziare tutte le autorità che con prontezza e professionalità hanno determinato il rilascio dei peschereccio». L’equipaggio dell’imbarcazione, sequestrata dalla Guardia costiera di Tobruk fedele al governo libico del generale Khalifa Haftar, era composto da tre marinai italiani e tre tunisini. Secondo quanto riporta il Giornale, il peschereccio italiano è stato fermato dalle autorità libiche per un controllo per contrastare il traffico d’armi, spesso nascoste sulle imbarcazioni commerciali perché vengano consegnate agli islamisti della regione di Derna, sulla costa libica.