Il volto pesto, un occhio nero e il sangue dalla bocca. È il selfie postato su Instagram da Simone Ruzzi, in arte Cicalone, con cui da una barella di ambulanza ha informato i suoi 457mila fan di essere stato aggredito: «Infami veri da dietro in 10» è la didascalia. L’ex pugile, e ora youtuber di 50 anni, con quasi un milione di seguaci denuncia da anni la criminalità a Roma, in particolare quella delle borseggiatrici e dei borseggiatori nella metro della Capitale. Un gruppo di almeno cinque di loro lo ha attaccato sotto la fermata della linea A della metro Ottaviano mentre stava realizzando un video per la trasmissione «Scuola di botte», dedicata alle gang di ladri della metropolitana. Con lui è stato aggredito anche il personale di vigilanza della fermata romana. L’ultima storia condivisa sui social da Ruzzi mostra sempre il volto tumefatto ma con la scritta: «Sono in piedi».
L’assalto – Al momento dell’aggressione era presente anche la troupe per le riprese. La videomaker, nota come Evelina, si è detta «sotto choc. Per fortuna non mi hanno toccata altrimenti, per la loro violenza, mi avrebbero massacrata». «Erano sei o sette volti noti, rom o dell’est Europa», ha aggiunto, «brutti ceffi e molto aggressivi, sembravano essere più dei “capi” che dei borseggiatori comuni». Secondo la testimonianza dell’operatrice due uomini hanno colpito Cicalone al volto e, una volta a terra, gli hanno sferrato alcuni calci. La ragazza aveva comunque una telecamera con cui ha ripreso tutta l’aggressione.
Altre aggressioni – Cicalone non è nuovo alle minacce. «La devi smettere di fare video. Non è il lavoro per te», è l’intimidazione ricevuta a maggio dopo che una macchina, a detta di Ruzzi, aveva tentato di investirlo in zona Piramide, a Roma. In un’altra occasione era stato aggredito nella metro Flaminio, ma in quel caso ad avere la peggio era stata la videomaker colpita da una borseggiatrice. Il Cicalone non “opera” solo a Roma. A Napoli è stato aggredito due volte, sempre con la collaboratrice Evelina, in un caso anche con un bastone.
Chi è “Cicalone” – Essere colpiti una settimana si e una no. Di certo non fa bene alla salute ma riempie il portafogli. Ogni pestaggio è un follower in più, un modello di business da circa 20mila euro di fatturato al mese. Ruzzi è un ex istruttore di pugilato, campione di kickboxing e con un passato da manager. Circa dieci anni fa però aveva deciso di mollare tutto per creare un programma su Youtube dal titolo molto chiaro: «Scuola di botte», dove denuncia furti, disagio sociale e criminalità. Quando passeggia per le «periferie disgraziate», come le chiama lui, ha al seguito una numerosa comitiva. Oltre alla videomaker Evelina, si vede spesso un omone di un metro e novanta che si chiama Mattia Faraoni, un campione di kickboxing ancora in attività. Faraoni però è al momento in Olanda e non poteva quindi difendere l’amico dall’aggressione del 12 novembre.




