Odio, perversione, amore, gelosia. Quella di Martina Levato e Alexander Boettcher, ormai conosciuti come la “coppia dell’acido”, è una storia di violenza e passione nella Milano bene. Atti di follia nati non per strada o nelle pieghe della criminalità, ma all’ombra della splendente Madonnina. Forse anche per questo la vicenda ha colpito in modo particolare l’opinione pubblica. Lui broker trentenne e famiglia benestante. Lei studentessa 23enne di economia all’Università Cattolica e di marketing alla Bocconi. Investiti da una ferocia premeditata, figlia di un rapporto possessivo e ossessionante, fatto di prove da superare e incisioni con il bisturi sulla carne di lei.
Tre aggressioni con l’acido e una tentata evirazione ai danni degli ex amanti (o presunti tali) della ragazza, che doveva “purificarsi” dai rapporti che aveva avuto con loro. Un bambino nato sei mesi dopo la carcerazione e subito affidato a una comunità. E quel rapporto compulsivo che, dopo un anno e mezzo di processi e sbarre alle finestre, inizia a mostrare le prime crepe. Da una parte Martina Levato, che si dice pentita e accusa Alexander Boettcher di essere il vero responsabile, di averla spinta nel vortice della violenza. Lui che ribatte negando tutto e rispedendo le accuse al mittente. I due amanti ora non stanno più assieme, nonostante vivano sotto lo stesso tetto, quello di San Vittore. Il legame che li univa si è dissipato, ma saranno sempre ricordati come la “coppia dell’acido”.
Di seguito le tappe principali della vicenda:
- 20 maggio 2014 – Prima vittima: tentata evirazione (con un coltello) ai danni di Antonio Margarito, compagno di università di Martina Levato alla Cattolica, con cui si era appartato in auto per avere un rapporto sessuale. La vicenda emergerà poi durante il processo.
- 2 novembre 2014 – Seconda vittima: 5,30 del mattino, Quarto Cagnino, periferia nordovest di Milano. Stefano Savi, 25 anni, studente all’Università Bicocca, viene colpito da un getto di acido mentre sta parcheggiando la macchina sotto casa. Non si riesce a trovare un movente al gesto. Si scoprirà poi che è stato scambiato per un’altra persona, il fotografo Giuliano Carparelli.
- 15 novembre 2014 – Terza vittima: Una donna (Martina Levato) si avvicina a Giuliano Carparelli con uno shaker da cocktail e gli lancia addosso l’acido. Lui riesce a coprirsi con un ombrello. La insegue e viene aggredito dalla coppia Levato-Boettcher con uno spray al peperoncino. In passato Carparelli aveva avuto un rapporto sessuale con Martina Levato fuori da una discoteca.
- 28 dicembre 2014 – Quarta vittima: Qualcuno suona il campanello di casa dello studente Pietro Barbini, 22 anni, con la scusa della consegna di un pacco. Il ragazzo scende in strada con il padre e viene colpito da un getto di acido. Mentre scappa e si toglie i vestiti imbevuti di acido, Boettcher lo insegue con un martello. L’intervento del padre lo salva. La polizia arresta subito Boettcher e qualche ora più tardi Levato. Barbini è stato compagno di scuola di Martina Levato, con cui ha avuto una relazione.
- 8 gennaio 2015 – Parte il processo: Inizia il processo alla coppia dell’acido per l’aggressione a Barbini.
- 3 febbraio 2015 – Spunta il complice: Andrea Magnani, bancario e amico di Boettcher e Levato, viene accusato di essere loro complice.
- 5 febbraio 2015: Agli imputati viene contestata anche l’aggressione a Stefano Savi.
- 11 giugno 2015 – Prima sentenza: Martina Levato e Alexander Boettcher vengono condannati a 14 anni di reclusione. Per Andrea Magnani la sentenza è di 9 anni e 4 mesi.
- 15 agosto 2015: Nasce Achille, il figlio di Martina Levato e Alexander Boettcher. Il bambino viene separato alla nascita dalla madre.
- 14 settembre 2015: Il pubblico ministero Marcello Russo contesta a Martina Levato la tentata evirazione e la calunnia ad Antonio Margarito, che viene scagionato dalle accuse (Martina lo aveva accusato di aver tentato di stuprarla).
- 13 gennaio 2016 – Seconda sentenza: Condanna a 16 anni di reclusione a Martina Levato per l’aggressione a Stefano Savi e la tentata evirazione di Antonio Margarito. Per lei le imputazioni sono di associazione a delinquere, lesioni gravissime e calunnia. Sentenza più mite per Andrea Magnani, che sconterà 9 anni e 4 mesi per concorso nell’aggressione a Stefano Savi. Entrambi hanno scelto il rito abbreviato. Non si conclude il processo per Alexander Boettcher che ha scelto il rito ordinario.
- 30 marzo 2016 – Terza sentenza: Alexander Boettcher viene condannato a 23 anni di reclusione per le aggressioni a Savi e Carparelli. I capi di imputazione sono: associazione per delinquere, lesioni gravissime per il caso Savi e concorso nella tentata evirazione di Carparelli.
Gabriele Nicolussi