Un sistema di relazioni con i costruttori di Bari e provincia per guadagnare delle percentuali sui ricavi dei subappaltatori. Sono questi i primi risultati delle indagini della Squadra Mobile che hanno portato nella mattina di martedì 15 marzo all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 23 persone. Gli arrestati farebbero parte del clan di Savinuccio Parisi, già fermato la settimana scorsa per estorsione dopo due mesi di libertà, anche lui tra i destinatari del provvedimento.
L’operazione, a cui hanno partecipato 350 uomini della Polizia di Stato, ha contestato l’associazione mafiosa a sei imprenditori e ha portato al sequestro di tre immobili, un terreno agricolo, 15 autovetture, 13 motoveicoli, tre imprese individuali e cinque società di capitali per un valore totale di 4 milioni e 750mila euro. Due sono i filoni principali dell’inchiesta della procura antimafia di Bari sulle attività illecite del clan Parisi, il gruppo criminale più importante del capoluogo pugliese. Da una parte l’infiltrazione capillare nei cantieri edili e dall’altra l’occupazione delle case popolari usate come forma di controllo del territorio.
Il provvedimento cautelare è stato commentato dal sindaco della città, Antonio Decaro, in una nota diffusa a mezzo stampa: «Ancora una volta Bari dice no alla criminalità organizzata. I cittadini baresi stanno dalla parte delle donne e degli uomini della magistratura e delle forze dell’ordine che ci hanno dimostrato che la luminosità del rispetto della legge e delle regole batte qualsiasi spettacolo di fuochi pirotecnici organizzato dai clan criminali. Nel cielo di Bari oggi brilla una sola luce: è quella della legalità».
Marta Latini