Guardia di FinanzaDue aziende, 269 ettari di terreno, due fabbricati, quattro autoveicoli, quattro macchine agricole per un valore complessivo di oltre 14 milioni di euro. Questi i beni sequestrati nella mattinata di giovedì 24 gennaio dal gruppo di investigazione della Guardia di finanza sulla criminalità organizzata, al presunto boss Calogero Ferro. Il sequestro è stato disposto dal Tribunale di Agrigento su proposta della Direzione antimafia di Palermo.

Ferro era già stato condannato nel 1993 a cinque anni di reclusione per associazione a delinquere di tipo mafioso. La nuova accusa è quella di essere esponente di spicco del clan mafioso di Canicattì e di aver ospitato nell’azienda agricola di famiglia diversi summit mafiosi con boss del calibro di Bernardo Provenzano, Salvatore Riina, Bernardo Brusca e Giuseppe Di Cristina.

Giuseppe Ferro è il figlio di Antonio Ferro che negli anni ’70 era stato indicato come il capo di Cosa nostra della provincia di Agrigento. Fratello di Giuseppe è il frate Salvatore Massimo Ferro che fino al 2002 era stato ospitato nella struttura del Convento dei Frati minori di Sant’Antonio da Padova a Barcellona Pozza Di Gotto dove il boss Provenzano aveva trovato rifugio durante la latitanza. Gli altri due fratelli, Gioacchino e Roberto, sono stati arrestati per associazione mafiosa: curavano tutti gli interessi dello stesso capo di Cosa Nostra. Gioacchino è ancora in galera, Roberto è stato assolto.

Maria Elena Zanini