Traffico di droga, sequestri e stupri. Sono queste alcune delle accuse mosse dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Palermo alle 34 persone arrestate tra Sicilia, Calabria ed Emilia all’alba del 4 marzo. L’operazione Kerkent della Direzione investigativa antimafia (Dia), a cui ha preso parte anche il Comando provinciale di Agrigento, ha colpito gli affari di Cosa nostra in Sicilia e in particolare l’organizzazione del boss Antonio Massimino, 50 anni, oggi in carcere ma ritenuto il reggente della famiglia malavitosa di Agrigento-Villaseta. Tra i fermati anche Andrea Puntorno, 42 anni, ultrà della Juventus e leader del gruppo “Bravi Ragazzi”.

Antonio Massimino e gli uomini della sua organizzazione criminale, arrestati oggi dalla Dia di Agrigento

Le accuse – Diverse le accuse mosse dalla Dda di Palermo ai 32 arrestati. Tra queste l’associazione mafiosa, la partecipazione e il concorso in associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, la detenzione abusiva di armi e il sequestro di persona a scopo di estorsione aggravato. A queste si aggiungono le accuse di sequestro di persona e violenza sessuale per Gabriele Micciché, 28 anni, ritenuto braccio operativo del boss, e Salvatore Ganci, 45 anni. Secondo gli investigatori avrebbero agito su diretto ordine di Massimino, che dal carcere avrebbe dato mandato di agire e al quale è stata oggi notificata l’ordinanza di custodia cautelare.

Il caso Puntorno – Tra i fermati c’è anche Puntorno, tornato ad Agrigento circa un anno fa da Torino e ritenuto uno dei leader del gruppo ultras bianconero “Bravi Ragazzi”. Già in passato l’ultrà aveva avuto problemi con la giustizia per questioni legate al traffico di sostanze stupefacenti e al bagarinaggio, e da quando era tornato in Sicilia era sottoposto a un regime di sorveglianza speciale. Secondo gli inquirenti, l’indagato sarebbe stato il tramite tra Massimino e le ‘ndrine calabresi, alle quali il boss si rivolgeva per l’acquisto di droga. Il nome di Puntorno era uscito anche durante l’inchiesta di Report dell’autunno 2018 sui rapporti tra alcune frange della tifoseria bianconera e la criminalità organizzata.

Le dichiarazioni politiche – Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha commentato: «Più di 30 arresti per mafia, armi, sequestro di persona, droga, perfino violenza sessuale: così è stata stroncata un’organizzazione criminale di Agrigento e con ramificazioni in altre regioni. Anche stavolta le nostre Forze dell’Ordine e gli inquirenti ci regalano l’ennesima grande operazione per cui essere orgogliosi. Avanti così, senza fermarsi».