La «Mafia Capitale» non si è fermata a Roma. Giovedì 11 dicembre sono state arrestate altre due persone, accusate di aver garantito il collegamento tra alcune cooperative gestite da Salvatore Buzzi, guidato da Massimo Carminati, e la ‘ndrangheta. Si tratta di Rocco Rotolo e Salvatore Ruggiero, entrambi in manette per associazione mafiosa: il primo è un dipendente della «Cooperativa 29 giugno», il secondo della «Roma Multiservizi Spa» presieduta da Franco Panzironi, ex numero uno dell’Ama (l’azienda municipale dei rifiuti), anche lui in carcere per l’inchiesta che sta scuotendo la capitale. Una terza persona, solamente indagata e a piede libero, è stata perquisita.
L’accordo tra Roma e la cosca Mancuso di Limbadi (Vibo Valentia), uno dei clan più potenti della ‘ndrangheta, egemone nel Vibonese e protagonista del narcotraffico internazionale anche grazie a legami diretti in Colombia, riguarda l’appalto per la pulizia del mercato Esquilino. Questo sarebbe stato garantito in cambio di un aiuto alle cooperative della «cupola» che in Calabria si occupano dell’assistenza ai migranti.
Buzzi avrebbe assegnato l’appalto a Giovanni Campennì, considerato dagli inquirenti il rappresentante della cosca Mancuso, tramite la creazione di una Onlus chiamata «Cooperativa Santo Stefano». I carabinieri sono riusciti a documentare che Rotolo e Ruggiero, nel 2009, su richiesta di Buzzi sono andati in Calabria per accreditarsi con la cosca Mancuso, tramite esponenti della cosca Piromalli, in vista del ricollocamento degli immigrati in esubero presso il Cpt di Crotone.
C’è anche un’intercettazione nella quale Carminati parla chiaramente di ‘ndrangheta. È il 26 maggio scorso e il «Re di Roma» parla con Paolo Di Ninno, commercialista di Salvatore Buzzi in carcere per associazione mafiosa, e Claudio Bolla, stretto collaboratore del ras delle cooperative sociali: «Siccome stanno aumentando i pasti mi ha detto “facci entrare anche la ‘ndrangheta”». In un’altra conversazione intercettata è invece Buzzi a parlarne: «Perché Claudio è cosi… ma è tremendo… ma nemmeno Sandro: gli ho visto fare una volta una trattativa con la ‘ndrangheta… “ce fai sparà gli ho detto… ce fai sparà…” ‘ndranghetisti… a trattà su 5 lire… gl’ho detto “scusa chiudi chiudi”, glie facevo chiudi e questo rompeva il cazzo… ce sparano sto giro… in piena Calabria!».
Nella mattinata dell’11 dicembre la Guardia di Finanza ha sequestrato altre due cooperative, riconducibili a Buzzi, perché guidate da persone ora indagate nell’inchiesta sul «Mondo di Mezzo»: la «29 giugno Servizi» e «Formula Sociale». Le due coop avevano un giro d’affari annuo di 15 milioni di euro.
Federica Scutari