Mohsen Shekari, 23 anni, è stato impiccato in piazza a Teheran l’8 dicembre 2022. L’accusa: “Sabulnabi” che significa “insulto al profeta, a Dio, al Corano”. Nello stesso anno, come Mohsen, sono morte altre 575 persone in Iran. Un dato quasi doppio per il Paese rispetto a quello dell’anno precedente. Il 2022 è stato l’anno con il più alto numero di esecuzioni nel mondo dal 2017. L’Iran è uno degli Stati che ne esegue di più e le condanne sono in crescita da quando sono cominciate le proteste contro il regime teocratico dopo la morte di Masha Amini. A raccontare di tutto questo è il nuovo rapporto di Amnesty International appena pubblicato.

Proteste contro le condanne a morte del governo iraniano (foto di Steve Rhodes/Flickr)

I dati883. È il numero di persone uccise in tutto il mondo per condanna a morte nel 2022: è il più alto da cinque anni, ma mancano i dati della Cina. L’aumento rispetto al 2021 è del 53 per cento. La maggior parte delle esecuzioni registrate sono avvenute in soli tre paesi: Iran, Arabia Saudita ed Egitto. In Iran sono salite da 314 nel 2021 a 576 nel 2022. In Arabia Saudita sono triplicate, da 65 nel 2021 a 196 nel 2022. In Egitto sono state messi a morte 24 prigionieri ma le sentenze da eseguire in totale sono 538. Secondo Amnesty International 20 Stati hanno eseguito condanne capitali. Lo scorso anno la pena di morte è tornata a essere applicata in cinque Paesi: Afghanistan, Kuwait, Myanmar, Palestina e Singapore. Negli Stati Uniti ci sono state 18 esecuzioni, erano state 11 l’anno precedente. Quasi il 40 per cento delle esecuzioni registrate nel mondo ha riguardato reati legati alla droga.

I dati mancanti – I numeri potrebbero essere molto più alti perché mancano i dati di alcuni Paesi che fanno uso della pena capitale come Cina, Corea del Nord e Vietnam. Amnesty International ha chiarito che i dati che sono riportati per la Cina sono significativamente inferiori a quelli reali. La Cina non pubblica dati sulla pena di morte e da quelli disponibili emerge che ogni anno avvengono migliaia di esecuzioni e condanne a morte. Amnesty International sta cercando di fare pressione sulle autorità cinesi per rendere pubblici i dati. Mancano anche quelli relativi alle sentenze di condanne a morte del 2022 fatte in Nigeria e in Sri Lanka, Paesi che negli anni precedenti avevano registrato un numero elevato di sentenze capitali.

Abolizione – La pena di morte è stata abolita in più della metà degli Stati del mondo. «Molti Paesi continuano a consegnare la pena di morte alla discarica della storia ed è tempo che altri seguano l’esempio. Gli atti di brutalità in Iran, Arabia Saudita, Cina, Corea del Nord e Vietnam appartengono ormai a una minoranza. Ma sono proprio questi che devono mettersi al passo coi tempi», ha dichiarato Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International. Nel 2022 quattro Paesi si sono aggiunti a quelli che hanno abolito del tutto la pena di morte: Kazakistan, Papua Nuova Guinea, Repubblica Centrafricana e Sierra Leone.