I danni causati dal maltempo che ha colpito Calabria e Sicilia

I danni causati dal maltempo che ha colpito Calabria e Sicilia

Il sole è tornato in Calabria dopo tre giorni di maltempo, ma continuano a sentirsi gli effetti delle forti precipitazioni che hanno messo in ginocchio la regione. È morto Pasquale Princi, un ragazzo di 25 anni che era stato colpito da un palo della luce ieri, 2 novembre, a San Roberto, uno dei paesi dell’entroterra aspromontano più colpiti dalla pioggia. Princi stava passando nell’area dove alcuni operai lavoravano al ripristino della rete elettrica danneggiata dalla pioggia degli ultimi giorni. Entrato subito in coma, è stato trasportato negli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria, ma l’intervento chirurgico a cui è stato immediatamente sottoposto non è bastato per salvargli la vita.

La regione appare devastata dalle intense precipitazioni che l’hanno colpita per tre giorni di seguito. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, ha già garantito che si proclamerà al più presto lo stato di emergenza, «appena arrivano le stime necessarie. Abbiamo in animo – ha precisato – di continuare la ricognizione. Toccherà al presidente della regione ad alla protezione civile regionale inoltrare la stima dei danni».

Nonostante abbia smesso di piovere, si teme il dissesto idrogeologico, che potrebbe aggravare ancora di più una situazione già difficile. Così come è successo a Messina, dove il maltempo ha provocato la forte frana che ha colpito la condotta di Fiumefreddo a Calatabiano, quella che porta l’acqua alla città. Dopo una settimana senza erogazione, i cittadini hanno potuto gioire del ritorno al normale solo per pochi giorni. La tubazione – riparata dai tecnici dell’Amam – si è rotta di nuovo. E di nuovo, diversi quartieri sono rimasti ‘a secco’.

«Sembrerebbe essersi verificata una fuoriuscita di acqua dal sistema di drenaggio, con avvallamento del terreno», ha spiegato la prefettura di Messina. «È stata sospesa l’erogazione idrica e si sta provvedendo all’attivazione del bypass che però ha una portata corrispondente ad un terzo del fabbisogno cittadino». Gli abitanti non hanno perso tempo. Appena si è diffusa la notizia, alcuni sono tornati a riempire le fila davanti alle autobotti. «L’avevamo detto che dopo la riparazione della condotta si sarebbe dovuta mettere in sicurezza la collina – ha replicato il presidente dell’Amam Leonardo Termini – ma nessuno ci ha ascoltato. Abbiamo riparato la condotta in tempi record non potevano fare di più».

Michela Rovelli