alluvione-sardegna“Sulla città si è abbattuta una vera bomba d’acqua con un’intensità spropositata”. Si dispera Gianni Giovannelli, sindaco di Olbia: il numero dei morti continua a crescere. È proprio in questa zona infatti che il ciclone si è abbattuto con maggiore violenza. E solo qui e nell’intera Gallura le vittime accertate sono tredici. Nell’intera Sardegna, il giorno dopo l’arrivo di “Cleopatra”, si contano almeno 16 morti. Una strage. E il Consiglio dei ministri dichiara lo stato di emergenza stanziando 20 milioni di euro. “È una calamità naturale. In 24 ore è sceso una quantità di pioggia pari alle precipitazioni di sei mesi”, riassume il responsabile della Protezione civile, Franco Gabrielli, arrivato subito ad Olbia per coordinare i soccorsi. Ci sono ancora dispersi da trovare, ci sono gli sfollati da sistemare, ci sono strade ancora da riaprire alla circolazione.

La priorità è però trovare chi ancora manca all’appello: almeno due persone, ad Onanì e a Torpè, nel nuorese. Si tratta di un uomo di 61 anni che, stando alle testimonianze raccolte dai soccorritori, è stato trascinato via dalla corrente mentre cercava di mettere al riparo i suoi animali; nel secondo comune, invece, non si riesce a rintracciare un’anziana, forse rimasta bloccata nella sua casa allagata. Se questo è il quadro dei dispersi, col passare delle ore si ricostruiscono gli ultimi momenti di vita delle vittime accertate.

Stavano percorrendo la provinciale per Tempio, le tre persone travolte dal crollo di un terrapieno a Monte Pino. Ad Arzachena, un’ intera famiglia di brasiliani è stata sterminata: tre metri d’acqua hanno sommerso velocemente il seminterrato nel quale abitavano. Non c’è scampo per nessuno e tutti – padre, madre e due figli di 16 e 20 anni – sono rimasti intrappolati e morti annegati.

In un attimo, sono stati inghiottiti da una voragine aperta sulla strada Oliena-Dorgali anche due persone, che viaggiavano a bordo della loro auto, e un agente di polizia, che insieme ai colleghi, stava scortando un’ambulanza.

In Sardegna, si piangono i morti, ma è un corsa contro il tempo per andare in soccorso dei tanti rimasti ancora intrappolati da barriere di fango e detriti. “Abbiamo perso tutto, solo chi abita nei piani alti si è salvato. Auto distrutte e case allagate, mai visto un inferno così a Olbia”. Là dove il ciclone si è abbattuto con maggiore forza ha lasciato solo danni e disperazione dietro di sé. “Siamo senza luce, senza acqua e senza gas da più di un giorno – racconta una donna mentre con il marito ripulisce il garage allagato – siamo preoccupati soprattutto perché non possiamo avvisare i nostri familiari”.

Diversi evacuati anche nel nuorese. “Adesso pare stia rientrando l’allarme, presto dovremo far tornare in casa gli sfollati”. E’ questa la priorità del sindaco di Torpè, Antonella Dalu: un migliaio di cittadini, residenti soprattutto nella parte bassa del paese, hanno trascorso la notte all’aperto o sono stati accolti da amici e parenti. Nel giro di poche ore, la palestra comunale è diventato il rifugio dei senza casa, soccorsi dalla Croce Rossa (Cri). L’intera area è in ginocchio e qui stanno arrivando tutti i mezzi di soccorso, dalle altre zone della Regione, come dal continente. Solo nelle prossime ore sarà possibile capire anche l’entità dei danni che il ciclone ha lasciato deitro di sé.

E se al nord della Sardegna la situazione è drammatica, le piogge forti hanno provocato allagamenti anche nel sud dell’isola: ci sono stati danni in più case e allagamenti in più campagne, ma non si contano vittime.

Anna Lesnevskaya