Potrebbero essere molto più di cinque le possibili vittime di Antonio Di Fazio, l’imprenditore milanese in carcere da sabato 22 maggio con l’accusa di aver drogato e stuprato una studentessa bocconiana di 21 anni, e di averla poi immortalata col telefonino priva di sensi a seguito della presunta violenza. L’indagine dei carabinieri sui dispositivi informatici di Di Fazio ha scoperto molte altre immagini di giovani donne, anche loro fotografate svenute, senza vestiti, in scenari che sembrerebbero indicare un avvenuto abuso sessuale. I militari non hanno reso noto il numero delle presunte vittime che si aggiungerebbero alle ragazze già identificate nei giorni scorsi dagli inquirenti.
Il fatto – Antonio Di Fazio è stato arrestato dopo la denuncia di una studentessa 21enne della Bocconi, la quale chiede silenzio e rispetto: «Sto cercando di tenere in mano la mia vita. Non voglio compromettere le indagini, perseguiremo la giustizia nelle vie tradizionali». Agli inquirenti la giovane ha raccontato di aver incontrato Di Fazio per uno stage di lavoro, ma durante il colloquio l’uomo l’avrebbe narcotizzata e violentata. La denuncia della ragazza ha trovato riscontro nelle immagini conservate nel cellulare di Di Fazio. Qui, la giovane appariva nuda e in stato di incoscienza: era stata fotografata come un trofeo.
Gli sviluppi – Dall’analisi del telefono sono però emerse altre 54 fotografie dello stesso tenore. Protagoniste della gallery degli orrori, altre quattro giovani donne che gli investigatori sono riusciti ad identificare. Per ora tre di loro hanno raccolto l’invito dei militari a farsi avanti e sarebbero pronte a sporgere denuncia. Nel pomeriggio del 24 maggio, Antonio Di Fazio, imprenditore farmaceutico ex patron della Global Farma sarà davanti al Gip per l’interrogatorio di garanzia. Su di lui pesa la denuncia di una delle vittime, ma anche le altre tre verranno ascoltate oggi.
Di Fazio era stato indagato nel 2009 per un inchiesta sulla famiglia ‘ndranghetista Valle. L’uomo aveva partecipato a una riunione nella roccaforte del clan, la Masseria di Cisliano (Milano), ma le indagini lo avevano scagionato: era vittima di un prestito di 40mila euro a usura, per il quale pagò 8mila euro di interessi un mese dopo.
All’epoca dei fatti versava in condizioni economiche difficili e abitava a Bruzzano in un appartamento insieme ai genitori. Ma negli ultimi 10 anni la sua situazione finanziaria si è ribaltata, in meglio: 8 milioni di fatturato, una Bentley e una casa di 200 metri quadri in zona Sempione, la stessa dove si sarebbero consumate le violenze.
Il lavoro degli inquirenti – Oltre a cercare di identificare le ragazze delle foto, gli inquirenti stanno ricontrollando le denunce di possibili violenze ricevute negli scorsi mesi da donne che hanno raccontato di essere state drogate. Resta anche da capire come il 50enne si sia procurato i narcotici. Il Bromazepam della Ratiopharm da 2.5 mg usato per drogare la 21enne è acquistabile con ricetta medica. E non è chiaro se Di Fazio l’abbia sottratto alla madre 83enne, con la quale vive, o, se la sorella medico – che non è indagata – lo abbia prescritto direttamente a lui.