Non è molto grande, ma è tra quelli a fare più paura per le 25 milioni di persone che vivono entro i 100 chilometri dal vulcano e che potrebbero subirne gli effetti. Il Taal, che ha eruttato lava e lapilli 34 volte negli ultimi 450 anni, all’alba di domenica 12 gennaio dal centro di un lago del’isola di Luzon, 70 chilometri a sud di Manila, si è svegliato ancora. La terra continua a tremare e un’alta colonna di cenere, fulmini e strisce di lava è arrivata fino a 14 chilometri di distanza dal cratere, meta popolare tra i turisti per la sua spettacolare vista panoramica. Per l’Istituto filippino di vulcanologia e sismologia (PHIVOLCS), il rischio di un’eruzione esplosiva è imminente con un livello di allerta di quattro su cinque. «Non siamo riusciti più a dormire – ha raccontato la proprietaria di un ristorante, Lia Monteverde, ad AFP, preparandosi a lasciare la zona – perché ogni volta che chiudevamo gli occhi la casa tremava. Ci siamo appena preparati a partire». Per ora non ci sono notizie di feriti o danni.

Eruzione del vulcano Taal (foto ANSA)

Evacuazione, cenere e voli sospesi – Le autorità filippine, lunedì 13 gennaio, hanno sollecitato una «evacuazione totale» nel raggio di 17 chilometri dall’isola che coinvolgerà oltre mezzo milione di abitanti residenti nei dintorni della capitale. Almeno 16.400 persone hanno trovato rifugio nei centri di evacuazione temporanea e l’aeroporto internazionale di Manila, riferisce la Cnn, è stato chiuso in via precauzionale «a causa della cenere vulcanica», mentre nell’intera provincia filippina di Batangas, dove si trova il vulcano Taal, è stato proclamato lo stato di calamità. La cenere, in sè considerata non tossica, contiene però frammenti di vetro fine che rischiano di contaminare aria e acqua e, mescolata alla pioggia, ha creato un fango nero che ha ricoperto auto, strade e case. L’esercito ha inviato 20 veicoli e 120 militari mentre il segretario della Difesa nazionale ha  messo a disposizione elicotteri per portare via le persone. Anche la Croce Rossa ha inviato veicoli di soccorso e forniture.

Piccolo ma letale – Il Taal è uno dei più piccoli vulcani al mondo e uno dei circa 20 a essere attivi nelle Filippine, che si trovano sulla cosiddetta «cintura di fuoco» del Pacifico, regione sismicamente attiva, spesso colpita da terremoti ed eruzioni vulcaniche. Circa 20 tifoni e altre grandi tempeste si abbattono ogni anno sul Paese rendendolo uno dei più a rischio disastri naturali. Nel 1754 l’eruzione più lunga, sei mesi. La peggiore risale al 1911 e causò 1.335 vittime. Un’altra nel 1965 uccise 190 persone, mentre l’ultima è del 1977. E ora se l’attività continuasse, ha spiegato Renato Solidum, capo dell’Istituto filippino di vulcanologia e sismologia, un nuovo episodio eruttivo potrebbe accadere «entro pochi giorni o entro poche settimane». E altre 10 città e comuni oltre il raggio di evacuazione in cui vivono circa 760mila persone devono ancora essere messe in sicurezza.

Una matrioska della natura – Nell’isola di Luzon, sede della capitale Manila, si trova il lago Taal, che ha la particolarità di avere al suo interno un’altra isola, Vulcano, che ha un lago al suo interno, che a sua volta contiene la piccola isola (grande quanto uno scoglio) chiamata Vulcan Point. Vulcan Point è stata a lungo considerata la più grande “terza isola” al mondo, prima che studi recenti effettuati con i satelliti individuassero un’isola senza nome a Victoria Island, in Canada, come la terza isola più grande al mondo.