Sempre più concreta l’ipotesi di terrorismo per l’omicidio delle due escursioniste scandinave violentate e poi decapitate nella notte tra il 16 e il 17 dicembre tra i monti dell’Atlante marocchino. Giovedì 20 dicembre sono stati arrestati tre sospetti: in totale sono quattro gli uomini fermati, uno rintracciato dalle forze dell’ordine già martedì.

L’omicidio – A far scattare l’allarme è stato un passante, che lunedì ha ritrovato i corpi decapitati di due ragazze nei pressi di Imlil, alle pendici del Toubkal, vetta più alta del Nord Africa e popolare destinazione turistica per gli amanti del trekking d’alta quota. Lì Louisa Jesperen, studentessa danese di 24 anni, e Maren Ueland, norvegese di 28, avevano posizionato la loro tenda domenica sera, per ripartire all’alba del mattino seguente. Inizialmente le autorità investigative hanno pensato a un episodio di violenza di gruppo, ma grazie al ritrovamento di un portafoglio non lontano dai corpi, la polizia martedì nella periferia di Marrakech è riuscita ad arrestare un primo sospettato, che secondo il procuratore della Corte d’Appello di Rabat sarebbe affiliato a un gruppo islamista radicale. Si apre così l’ipotesi terrorismo, rafforzata mercoledì 19 quando Marocco World News scrive della pubblicazione di un video sul web dove si vedrebbe un uomo decapitare le due ragazze con un coltello e altri tre uomini urlare «Vendetta». Fonti vicine agli investigatori avrebbero confermato l’autenticità del video, nonostante non vi siano ancora dichiarazioni ufficiali delle autorità marocchine in tal senso. Sull’autenticità del filmato non sembra avere dubbi invece il Pet, servizio di intelligence danese. Dopo aver rilasciato gli identikit degli altri tre sospettati, la polizia è riuscita ad arrestarli nelle prime ore di giovedì 20 dicembre.

La pista terroristica –  A seguire il caso è il Bcij, Bureau central dìinvestigation judiciaire, spesso descritto come l’FBI marocchino, composto da oltre 400 detective e 700 agenti sul campo esperti nella lotta al terrorismo nazionale e transanzionale. Dal 2015 al 2018 gli agenti hanno arrestato 815 terroristi e smantellato 53 cellule. L’omicidio delle due ragazze, secondo il primo ministro danese Lars Loekke Rasmussen, può essere considerato «politicamente motivato e quindi un atto di terrorismo», espressione di «forze oscure che vogliono combattere i nostri valori e di fronte alle quali non dobbiamo arrenderci». Qualora fosse definitivamente confermata la pista terroristica, l’attacco sarebbe il terzo in Marocco, dopo quello del 28 aprile 2011 al Café Argana di Marrakech, che ha provocato 17 morti, e gli attentati di Casablanca del maggio 2003 con 47 vittime.