Martina Carbonaro è stata ammazzata a 14 anni dal suo ex fidanzato Alessio Tucci nella periferia di Afragola, il 26 maggio. Il 18enne è accusato di omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere. L’udienza di convalida del fermo si terrà il 30 maggio, nel carcere di Poggioreale a Napoli.

La dinamica del femminicidio – Il 26 sera Tucci e Carbonaro si erano incontrati alla yogurteria di Afragola. La ragazza aveva lasciato casa intorno alle 19.00 per incontrare un’amica. Ma poi è arrivato Tucci, l’ha convinta a spostarsi per parlare su una panchina. L’ultimo contatto con la famiglia risale alle 20:30, quando ha comunicato a sua madre che sarebbe tornata presto. Carbonaro e Tucci, intanto, si erano spostati in un luogo periferico e semideserto di Afragola.
Qui Tucci ha ucciso Carbonaro in un casolare vicino allo stadio comunale colpendola più volte alla testa con una pietra. Poi ha cercato di seppellirla sotto un cumulo di detriti, coprendola con un materasso all’interno di un armadio nella casa abbandonata del custode dello stadio. A questo punto Tucci le ha preso lo smartphone, ha cancellato tutte le chat e poi lo ha spento. Tornato a casa ha cambiato i vestiti macchiati di sangue e si è fatto una doccia. Alle ricerche della 14enne, cominciate il giorno seguente, ha partecipato lo stesso Tucci, insieme a famigliari e carabinieri. Il corpo della ragazza è stato trovato intorno alla mezzanotte.
Nella notte tra il 27 e il 28 maggio Tucci ha confessato il femminicidio, dopo essersi contraddetto più volte durante il lungo interrogatorio. È stato incastrato dalle immagini delle telecamere.

Il femminicidio in Italia – Per femminicidio la legge italiana intende qualsiasi delitto commesso da chiunque provochi la morte di una donna per motivi di discriminazione, odio di genere o per ostacolare l’esercizio dei suoi diritti e l’espressione della sua personalità. Federica Rosin dell’Osservatorio Femminicidi Lesbicidi Transcidi di Non Una Di Meno (Nudm) ha spiegato che se da un lato gli omicidi continuano a diminuire con una tendenza costante negli ultimi 20 anni, i femminicidi in numeri assoluti restano costanti. Per questo percentualmente aumentano. In particolare: «sono in aumento i casi di femminicidi di donne anziane e quelli di ragazze molto giovani», come Martina Carbonaro. Il suo è il 31esimo caso di femminicidio in Italia, da gennaio a oggi. L’altro drammatico numero che è arrivato oggi 29 maggio in Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio è quello dei minorenni orfani di femminicidio, oltre 3.500.

Repressione e prevenzione: l’appello delle penaliste e dei movimenti – Nella giornata di oggi, 29 maggio, 77 docenti di diritto penale presenteranno un appello in Commissione Giustizia in Senato contro il dl femminicidio approvato dal governo, che punirebbe il reato con l’ergastolo. Nel testo dell’appello si fa presente «come qualsiasi intervento repressivo svincolato da strategie di prevenzione, di tipo innanzitutto culturale, risulti del tutto inefficace». Con questo intervento, scrivono le penaliste, «vorremmo sollecitare una riflessione più ampia, evitando strumentalizzazioni populistiche». Anche per Maria Mora Arrigoni di Nudm il dl femminicidio ha una valenza puramente simbolica e propagandistica: «Manca completamente il piano reale di prevenzione al fenomeno a cui noi aspiriamo, ossia un piano istituzionale che includa educazione alla sessualità, all’affettività e al consenso nelle scuole; che supporti e finanzi i centri antiviolenza e che si impegni ad avviare riflessioni su pratiche sociali, politiche e pubbliche. Elisa Ercoli, presidente di Differenza donna, è della stessa opinione e aggiunge: «Sono anni che diciamo che l’età della violenza si sta drammaticamente abbassando. A questo allarme nessuna risposta».