L'infermiera Laura T. e l'ex viceprimario del pronto soccorso di Saronno Leonardo Cazzaniga, arrestati dai carabinieri di Saronno il 29 novembre 2016, in una foto tratta dal profilo Facebook della donna

«Gli hanno fatto la stessa roba che ha ucciso Michael Jackson…l’ha ammazzato». lo ripete quattro volte Giuseppe Di Lucca, oncologo dell’ospedale di Saronno, intercettato dagli inquirenti dopo esser stato ascoltato dai giudici nel 2015. Sta parlando di Leonardo Cazzaniga, 60 anni, anestesista e vice primario del pronto soccorso, arrestato il 29 novembre scorso per omicidio plurimo. In manette anche Laura T., 40 anni, infermiera e amante di Cazzaniga, indagata per la morte dell’ex marito Massimo G.

L’anestesista è accusato di quattro omicidi, tutti pazienti anziani e con basse aspettative di vita, che tra il 2012 e il 2013 sono entrati nel suo reparto e non ne sono più usciti. Vittime di un vero e proprio metodo della morte, conosciuto nell’ospedale come il “protocollo Cazzaniga”: un cocktail di sedativi e oppiacei che il medico somministrava in dosi massicce quando riteneva inutile proseguire le cure.

“Io sono l’Angelo della morte”, ha detto più volte ai suoi colleghi, che in parte conoscevano le procedure oscure dell’anestesista. Un uomo che aveva deciso di disporre della vita e della morte dei suoi pazienti, sentendosi quasi un dio. Insieme a lui è indagata anche la sua collega e amante, Laura T. per l’omicidio del suo ex marito.

Per due anni, dal 2011 al 2013, l’aveva convinto con la complicità di Cazzaninga di essere malato di diabete. E con questa scusa lo avvelenava giorno dopo giorno, somministrandogli insulina e altri farmaci che lo hanno portato alla morte.

Laura T. non esitava a tirare in ballo anche il figlio di 11 anni. Gli aveva confidato addirittura di voler uccidere la nonna e la zia, per tenere solo per sé l’eredità del marito.

Due angeli della morte, che lavoravano in corsia. In quell’ospedale dove tutti sapevano e nessuno ha parlato. Tre anni fa era stata aperta un’indagine interna su una segnalazione di un’infermiera, che aveva certificato alcune anomalie.

Pur riconoscendo “la peculiarità dell’approccio” di Cazzaniga, e definendo “indubitabile” che le dosi somministrate dall’anestesista a un certo tipo di pazienti superassero i valori standard ministeriali, la Commissione d’indagine non prese nessun provvedimento. Adesso, oltre alla coppia, risultano indagati altre quattordici persone, tra medici e dirigenti.

Cazzaniga era lucido e reiterato. Fiero del fatto di decidere della vita e della morte dei suoi pazienti. Almeno così lo descrivono nelle testimonianze diversi infermieri e colleghi. Uno di loro ricorda di come il medico si vantasse del proprio metodo. Parlando con un oncologo diceva: «Se hai bisogno di posti letto, passo io in reparto».

Gli omicidi accertati finora sono cinque, ma la procura sta allargando le indagini ad altri 36 casi sospetti, tra cui quello di Maria Rita Clerici, madre di Laura T. Tutti pazienti ricoverati tra il 2011 e il 2014, e morti quando Cazzaniga era di turno.