Sale la tensione tra regione Puglia e governo, che litigano sul reintegro dei medici e dei sanitari no vax nei reparti e nelle corsie degli ospedali. Protagonisti dello scontro il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato e il governatore pugliese Michele Emiliano dopo che quest’ultimo ha deciso di mantenere l‘obbligo vaccinale contro il coronavirus per medici e operatori sanitari, impedendone di fatto il reimpiego come sancito invece dal governo.

Ospedali Covid

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LA REAZIONE DI GEMMATO – La conferma della norma regionale pugliese, in contrasto con quella nazionale, ha suscitato l’ira del sottosegretario alla Salute. Intervenuto a Timeline su SkyTg24, Gemmato ha minacciato di ricorrere alla Corte Costituzionale, dichiarando che la legge della regione Puglia «verrà impugnata» e sottolineando che «nella gerarchia delle leggi ciò che dice lo Stato centrale non può essere derubricato da una Regione». Secondo Gemmato, inoltre, questa norma regionale parla di un obbligo di vaccini «che non c’è più».

EMILIANO REPLICA – Sull’annuncio del sottosegretario alla Salute, il presidente della Puglia Emiliano ha rilasciato queste dichiarazioni a SkyTg24: «Gemmato è un politico di lungo corso, dovrebbe sapere che tra leggi nazionali e leggi regionali nelle materie concorrenti come la Sanità non c’è un rapporto di gerarchia che fa prevalere le prime sulle seconde, salvo che ci sia una lesione delle attribuzioni del Parlamento».

Emiliano ha aggiunto: «Prendo atto che Gemmato, farmacista, si cimenta in arditi ragionamenti giuridici annunciando l’impugnazione della legge pugliese, e così facendo fa fare al Governo del quale fa parte da qualche ora una pessima figura. I termini per l’impugnativa infatti sono ampiamente scaduti». Successivamente, lo ha invitato a dimettersi «per la sua inadeguatezza». Il governatore non usa mezzi termini e definisce come «ridicolo» il tentativo di risolvere il problema dei pronto soccorso con il reintegro dei medici no vax.

LA SCELTA DEL GOVERNO – Il richiamo dei sanitari non vaccinati servirebbe soprattutto a colmare l’alta richiesta di operatori in tutta Italia. Per cui, secondo il sottosegretario, è stato «semplicemente anticipato il termine di sospensione» di queste persone, considerando anche il fatto che «fra i medici considerati no vax ci sono anche medici che si sono sottoposti a due dosi di vaccino, che hanno contratto la malattia e per questo hanno chiesto l’esenzione ad un nuovo richiamo».

L’obbligo vaccinale per il personale sanitario sarebbe dovuto terminare il 31 dicembre. La scadenza è stata anticipata al 1° novembre con un’ ordinanza del nuovo ministro della Salute Orazio Schillaci. Per Repubblica, sono 3400 le persone che sono state allontanate dal posto di lavoro perché non vaccinate e che ora stanno per essere recuperate.