Quattro casi e due morti in poco più di dieci giorni tra Milano e provincia: la meningite torna a fare paura in Lombardia. L’ultimo caso riguarda un quattordicenne di Segrate, ricoverato attualmente in prognosi riservata nel reparto di rianimazione dell’ospedale San Raffaele di Milano. Le sue condizioni, seppure critiche, rimangono stabili. È stato individuato il ceppo che ha colpito il ragazzo: meningococco di tipo C, lo stesso che ha causato la morte della professoressa dell’istituto milanese “Curie-Sraffa” il 9 febbraio scorso. Per prevenire il contagio l’Ats (Agenzia di Tutela della Salute) della città metropolitana di Milano ha sottoposto a profilassi antibiotica i familiari, i compagni di classe e gli insegnati del giovane. «Agli studenti dell’istituto Artigianelli di Milano, frequentato dal ragazzo – ha fatto sapere l’assessore al welfare di Regione Lombadia, Giulio Gallera  sarà offerta la possibilità di vaccinarsi in un ambulatorio dedicato». Nei prossimi giorni ai 200 alunni saranno comunicate le modalità per accedere alla vaccinazione antimeningococcica quadrivalente.

«Nessun allarmismo ma occorre chiarezza» – Per la giornata di oggi 21 febbraio l’assessore Gallera ha convocato un tavolo di esperti per analizzare nei dettagli il quadro epidemiologico in Lombardia. Fanno parte della task force: Paolo Grossi, ordinario di Malattie infettive all’Università dell’Insubria, Carlo Signorelli, ordinario di Igiene e sanità pubblica all’università di Parma e presidente uscente della Società italiana di Igiene, medicina preventiva e sanità pubblica, Gian Vincenzo Zuccotti, direttore della clinica pediatrica dell’Ospedale dei bambini Buzzi di Milano, Francesco Auxilia, professore di Igiene generale e applicata, scienze infermieristiche e statistica medica dell’Università Statale di Milano, Giuliano Rizzardini, direttore e responsabile Malattie infettive dell’ospedale Sacco e Anna Pavan, direttore dell’Ats di Pavia ed esperta di Igiene. «La salute dei cittadini lombardi è un obiettivo prioritario», ha ribadito Gallera. Gli esperti comunque assicurano che l’incidenza della malattia rimane in linea con i casi registrati negli anni precedenti e invitano ad evitare ogni tipo di allarmismo.

Il caso della catechista –  Tuttavia, rimane tanta la paura nel comune di Truccazzano, in provincia di Milano, dopo la morte per meningite della catechista di 49 anni Clara Arrigoni. Domenica scorsa una dozzina di bambini, allievi della donna stroncata dalla malattia il 16 febbraio, sono stati portati al pronto soccorso dell’ospedale di Melzo con febbre, nausea e sospetto sangue nelle urine. In realtà, quattro dei bimbi, tutti subito dimessi, facevano parte dei 50 sottoposti a profilassi antibiotica a seguito della morte della loro insegnante di catechismo. La strana colorazione delle urine che aveva spaventato i genitori sarebbe dovuta all’assunzione di un farmaco, la rifampicina, ed era segnalata come effetto collaterale della terapia antibiotica. «L’intera comunità è sotto choc», ha dichiarato il sindaco di Truccazzano Luciano Moretti. «La Regione dia delle linee d’azione chiare e possibilità più ampie per i vaccini».