Dopo l’arresto con l’accusa di associazione mafiosa del 3 marzo, Rosalia Messina Denaro, sorella del superboss di Cosa Nostra, si è avvalsa della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia tenutosi nel carcere Pagliarelli di Palermo. Assistita dall’avvocato Daniele Bernardone, la donna ha scelto di mantenere il silenzio di fronte alle domande del giudice per le indagini preliminari (Gip) Alfredo Montalto.
La complicità – Rosalia (detta Rosetta) ha aiutato il fratello Matteo durante gli anni della latitanza facendosi carico della contabilità e delle comunicazioni interne alla sua attività criminale. Lo provano i pizzini ritrovati a casa sua, che oltre a riportare cifre, dettagli e rendicontazioni, hanno offerto alle forze dell’ordine informazioni sullo stato di salute del fratello poi rivelatesi determinanti per l’arresto scattato alla clinica privata La Maddalena di Palermo.
Lo sfogo – Il giorno del suo arresto, Rosalia Messina Denaro si era sfogata con i carabinieri del Ros (Raggruppamento Operativo Speciale) inveendo con frasi del tipo: «Ma ancora continuate a prendervela con noi? Non vi basta quello che ci avete fatto?».