«Siamo abituati all’emergenza, siamo in grado di gestire l’accoglienza di 1.200 persone, ma siamo oltre. E se stanotte ne arrivano altri 500? Se arrivano 1.000 persone al giorno dove le metto?». Se gli sbarchi della notte tra sabato 8 e domenica 9 maggio avevano già allarmato il sindaco di Lampedusa, Totò Martello, i timori sono stati poi confermati dai numeri accertati lunedì mattina: venti barche dopo quasi due giorni, per un totale di 2.128 persone. Gommoni e pescherecci stracolmi di gente. Il più grande aveva 400 migranti a bordo. Si tratta di siriani, tunisini, ivoriani e bengalesi provenienti dalla Libia. Un dettaglio non irrilevante secondo il primo cittadino lampedusano: «Non è più la rotta tunisina, è la rotta libica. Sono imbarcazioni che arrivano con centinaia di migranti alla volta. Se continua così il sistema non regge».

I primi arrivi –  I primi due barconi sono approdati sull’isola alle prime luci dell’alba tra sabato e domenica. Contenevano 415 migranti. Sono stati condotti tutti all’interno dell’hotspot, ormai al collasso. Una prima barca di legno, lunga 20 metri, con a bordo 325 persone, è stata intercettata a 13 chilometri da Lampedusa. L’altra, una vecchia carretta, con 90 migranti (83 uomini, 6 donne e una neonata) di varie nazionalità, stipati sul ponte di coperta, è stata individuata a 8 chilometri dalla costa. Successivamente è stata scortata da una motovedetta della Guardia di Finanza fino al molo Favaloro. Nel corso della mattinata si sono registrati poi altri sbarchi. Il quinto, in ordine di arrivo, era un peschereccio in ferro in avaria. Le condizioni in cui versava l’imbarcazione hanno costretto le motovedette della Capitaneria di Porto e della Guardia di Finanza a far sbarcare sul molo Favaloro 398 migranti di varie nazionalità (24 donne e 6 bambini).

Gli sbarchi continuano – Quella tra domenica e lunedì è stata un’altra notte critica per Lampedusa. In totale sono approdati 635 migranti a bordo di quattro imbarcazioni. Il primo soccorso, eseguito dalla Capitaneria di porto, ha coinvolto un peschereccio con a bordo 352 persone, di diverse nazioni, distante circa 14 chilometri dalla costa. Successivamente, una motovedetta ha trasferito altri 87 uomini intercettati a 24 chilometri: l’imbarcazione è stata lasciata alla deriva. Alle 3,20 di notte, il terzo sbarco: 101 migranti (10 donne e 3 bambini), soccorsi a quasi 20 chilometri da Lampedusa. Contemporaneamente, l’ultima operazione ha garantito il salvataggio di altri 95 persone (3 donne e 5 bambini).

Le reazioni del centrodestra – Di fronte alla nuova emergenza, il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha invocato l’intervento del premier Draghi: «È necessario un incontro col presidente Draghi — afferma —, con milioni di italiani in difficoltà non possiamo pensare a migliaia di clandestini (già 12.000 sbarcati da inizio anno)». Da parte sua, la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, parla invece di blocco navale: «Non vogliamo abituarci a questo tipo di notizie. L’immigrazione clandestina va fermata. Vanno fermati gli scafisti e le Ong immigrazioniste che speculano sulle tragedie». A richiedere invece l’aiuto delle istituzioni sovranazionali è Alessandro Battilocchio, deputato di Forza Italia e responsabile del Dipartimento Immigrazione del movimento azzurro: «L’Europa batta un colpo».

Le mosse del governo – In un scambio telefonico, la ministra dell’interno, Luciana Lamorgese, ha proposto a Mario Draghi di portare la questione migranti sul tavolo del governo. L’idea è creare una cabina di regia, convocata per la settimana prossima, in cui potrebbero essere coinvolti anche i ministri di Difesa, Esteri e Trasporti. A fine maggio, durante il Consiglio Ue, l’Italia avrà l’occasione di riproporre il tema della ricollocazione dei migranti che arrivano nel nostro Paese. Il 20 maggio, Lamorgese si recherà a Tunisi, in compagnia del commissario Ue Ylva Johansson: discuteranno con le autorità locali in merito al flusso migratorio aumentato in modo esponenziale negli ultimi due giorni. D’altro canto, a preoccupare è la ripresa della rotta dalla Libia: nel 2020 la maggior parte dei migranti arrivava dalla Tunisia di propria iniziativa. A tutto ciò va aggiunta una situazione sanitaria disastrosa. Nel territorio del Sahel la pandemia sta mettendo alla prova il governo libico, incapace di gestire il flusso migratorio. La perlustrazione delle coste e delle frontiere meridionali, da cui arrivano i migranti dei territori centro-africani, si sta infatti rivelando inefficace.

Le statistiche – Secondo le stime del Dipartimento della Pubblica sicurezza, dall’1 gennaio al 7 maggio 2021, i migranti sbarcati in Italia sono stati 10.725. L’anno scorso, nello stesso periodo, erano 4.105. Nel 2019 furono 842 le persone approdate sulle nostre coste. Febbraio 2021 è stato il mese più critico: 3.994 sbarchi. Una cifra di gran lunga maggiore rispetto allo stesso mese del 2020 e del 2019: 1.211 e 60. Per quanto riguarda i minori non accompagnati, al 3 maggio di quest’anno sono stati 1.373. Una quota già fin troppo alta e preoccupante, sapendo che nel 2020 e nel 2019 furono rispettivamente 4.687 e 1.680 i giovani e giovanissimi arrivati soli nel nostro Paese.