Da più di dieci giorni tre navi di organizzazioni non governative (Ong), con a bordo 985 persone, sono a largo delle coste siciliane in attesa di sbarcare in un porto sicuro e intanto il governo Meloni, che ha rifiutato l’ingresso dei migranti nel paese, si è scontrato con il governo di Berlino che invece chiede che vengano accolti. Sulla Humanity 1, che batte bandiera tedesca, ci sono 179 migranti. La Ocean Viking di Sos Mediterranee, con bandiera norvegese, ne conta 234. La Geo Barents di Medici senza frontiere, che si trova nel tratto di mare a sud-est della Sicilia, ha a bordo 572 persone. Tra loro si contano centinaia di minori non accompagnati, uomini e donne in condizioni di salute precarie e che necessitano di cure mediche. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, fin dai primi giorni del suo mandato ha adottato una linea dura esplicata in una direttiva dello scorso 26 ottobre, in cui dopo aver giudicato la condotta delle Ong come non «in linea con lo spirito delle norme europee e italiane in materia di sicurezza e controllo delle frontiere e di contrasto all’immigrazione illegale», ha prospettato l’eventuale «divieto di ingresso nelle acque territoriali».

La linea di Piantedosi – «Abbiamo agito sin da subito per dare un segnale immediato agli Stati di bandiera», ha detto Piantedosi in un intervista al Corriere della Sera, «non possiamo farci carico dei migranti raccolti in mare da navi straniere che operano sistematicamente senza alcun preventivo coordinamento delle autorità. Ci facciamo già carico dell’84% dei migranti arrivati sulle nostre coste, con altri mezzi o salvati da noi- ha poi aggiunto Piantedosi- auspichiamo che la tanto sbandierata solidarietà europea si realizzi».

Scontro con Berlino – La risposta dell’Unione europea, ed in particolare di Berlino, è arrivata attraverso una lettera resa nota dalla trasmissione di Rai 3 Il cavallo e la torre. «Per il governo federale, le organizzazioni civili impegnate nel soccorso dei migranti forniscono un importante contributo al salvataggio di vite umane nel Mediterraneo», sostiene Berlino. «Sulla nave Humanity 1 ci sono 104 minori non accompagnati. Molti di loro hanno bisogno di cure mediche. Abbiamo chiesto al governo italiano di prestare velocemente soccorso». In una nota ufficiale, il ministero degli Esteri italiano ha richiesto all’ambasciata tedesca di avere «un quadro compiuto» della situazione a bordo della Humanity 1 «in vista dell’assunzione di eventuali decisioni». E la Farnesina ha fatto sapere che «si continuerà a monitorare la situazione a bordo e a fornire l’assistenza di emergenza che si dovesse rendere necessaria».

Intanto centinaia di persone attendono aiuto. Come una bimba di appena undici mesi, a bordo della Geo Barents, nata con il labbro luperino e che oggi ha difficoltà a deglutire. O come uomini e donne che hanno subito torture prima di partire dalla Libia. Persone che finiscono in flussi diretti anche verso il nostro Paese, che il ministro dell’Interno propone di gestire intervenendo all’origine. «Io sono convinto che sia necessario bloccare le partenze», dice Piantedosi nell’intervista al Corriere della Sera, «e verificare nei Paesi di origine e di transito chi può e chi deve arrivare, assicurando un trasferimento ordinato e un vero inserimento sociale. Credo che questa azione vada accompagnata dalla programmazione e dalla offerta di adeguati ingressi legali. Sono gli Stati che devono governare i flussi di ingresso che, se regolari, servono anche al nostro Paese».