Sarebbero almeno 50 i migranti morti in un naufragio avvenuto davanti alle coste della città libica di Zawiya. La notizia è stata riportata dall’emittente televisiva degli Emirati Arabi, Al Arabiya, che ha ripreso il comunicato della Mezzaluna Rossa libica. Tra le vittime confermata anche la presenza di alcuni egiziani, mentre 95 sopravvissuti sono stati riportati in nottata nella base di Abu Sitta a Tripoli, dopo il salvataggio da parte della Guardia costiera libica. Al momento i naufraghi stanno ricevendo l’assistenza dell’Agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati, che segnala su twitter come «Unhcr e Irc stiano fornendo coperte, acqua e assistenza medica».  Non è ancora chiaro se l’incidente sia collegato alla scomparsa di un barcone in difficoltà carico di 125 migranti di cui si sono perse le tracce a partire da venerdì 30 aprile.

Il primo allarme La tragedia è avvenuta dopo l”allarme lanciato dai volontari di Alarm Phone con diversi tweet pubblicati nella mattinata del 2 maggio, dove si segnalava la presenza del barcone con il motore in avaria. Nelle ore successive l’Oim, l’agenzia dell’Onu per le migrazioni, aveva riferito il ritrovamento di almeno 11 cadaveri sulle coste vicino a Zawiya. Si presumeva che queste vittime fossero state imbarcate su un gommone con a bordo in tutto 24 migranti diretti verso l’Europa. Di questi, la Guardia costiera libica ne aveva messi in salvo 12, ma ancora non è stato possibile stabilire se le vittime di questo incidente facessero parte dello stesso barcone segnalato da Alarm Phone.

Ombre sulla vicenda La Guardia costiera libica, responsabile Sar (Search and Rescue, ovvero Ricerca e soccorso) di quel tratto di mare, aveva richiesto l’aiuto del Centro di coordinamento marittimo di Roma della Marina militare italliana (Mrcc) affinché venissero inviate sul posto le navi mercantili più vicine. Ma le due navi in questione, una petroliera e un rimorchiatore provenienti dalle piattaforme petrolifere della zona, dopo aver raggiunto la loro destinazione non sono intervenute. Nonostante le implorazioni da parte dei migranti che volevano raggiungere le coste europee, gli equipaggi si sono limitati per ore a sorvegliare la situazione in attesa delle motovedette libiche che hanno riportato i naufraghi a Tripoli.

Gli altri sbarchi – Altre 35 persone sono sbarcate nella notte tra il 2 e il 3 maggio sulle coste del Gargano, dopo essere state intercettate dalla Guardia di finanza 10 miglia al largo di Vieste, in provincia di Foggia. Fermati anche i presunti scafisti, due ucraini di 35 e 41 anni. I migranti, nove donne e 12 bambini tutti di nazionalità afghana, viaggiavano su una barca a vela battente bandiera bulgara, già intercettata presso la stessa località nel settembre 2020. Dopo l’intervento delle forze dell’ordine gli stranieri sono stati ospitati in alcune strutture del porto di Trieste. Nelle ultime 96 ore Sea Watch 4 ha registrato sei salvataggi in mare, l’ultimo dei quali ha messo in sicurezza 51 individui in viaggio su una barca di legno a doppio ponte. Il totale delle persone recuperate dalla Ong ammonta a 455 persone. Altri 60 migranti di nazionalità irachena, iraniana e siriana sono approdati al porto di Santa Maria di Leuca. A bordo anche sette donne e 13 minori, tra cui bambini non accompagnati, soccorsi dai volontari della Croce Rossa e dai Medici di Usmaf mentre viaggiavano su un moto veliero. Infine sono state salvate 97 persone recuperate da due mercantili dopo una notte trascorsa in mare su una bagnarola. La segnalazione è partita da Frontex, l’agenzia europea della guardia di frontiera, dopo l’avvistamento aereo avvenuto nella zona Sar libica. Sul posto sono arrivati per primi i mezzi della Centrale operativa della Guardia costiera Italiana.