Un colpo al petto, preciso e letale. Così è morto nel pomeriggio di lunedì 12 febbraio Andrea Vizzi, carabiniere di 33 anni in forza alle «Api», un reparto creato dopo i fatti di Parigi del 2015 per rafforzare il controllo del territorio e la prevenzione di attacchi terroristici. Si è trattato di un incidente, casuale ma drammatico, avvenuto durante un’esercitazione nel garage della caserma Montebello, in via Vincenzo Monti. A sparare è stato un altro militare, anche lui componente delle Api, ricoverato poi in stato di shock all’Ospedale San Carlo.

I fatti – Le Aliquote di primo intervento stavano effettuando un’esercitazione in bianco, ovvero quelle in cui non si spara pur imbracciando l’arma come se si dovesse intervenire. I militari di questa squadra d’élite sono addestrati a essere veloci ed efficaci, pronti a rispondere alle emergenze e ad eventuali azioni terroristiche. Anche per questo al secondo piano sotterraneo della caserma Montebello è stata ricavata un’area di «addestramento in contesto urbano». Di fatto è un grande parcheggio in cui vengono simulate alcune situazioni di potenziale conflitto cittadino. La dinamica dell’incidente in cui è morto Vizzi è ancora al vaglio degli investigatori, ma ci sono alcune certezze. Ad esempio Vizzi non indossava il giubbotto antiproiettile quando è stato colpito dallo sparo, che quindi sarebbe stato esploso al termine dell’esercitazione o comunque in una fase di “riposo”. Il proiettile, partito da una pistola mitragliatrice M12 calibro 9, lo ha centrato al petto. Immediato l’allarme al 118 con i medici che hanno provato a rianimare il carabiniere per 40 minuti prima di trasportarlo al Policlinico, dove è morto poco dopo.

Il cordoglio – Salentino di Corigliano d’Otranto, Andrea Vizzi, 33 anni, non era sposato e non aveva figli. Da dieci anni era carabiniere e aveva trascorso un periodo alla stazione di Arese prima di firmare la domanda per passare alle unità antiterrorismo. Nella serata di ieri il Capo di Stato Maggiore della Difesa, il generale Claudio Graziano, ha espresso profondo cordoglio e vicinanza ai familiari del militare e al comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Giovanni Nistri. Sulla vicenda appare inevitabile l’apertura di un fascicolo per omicidio colposo da parte del pubblico ministero di turno.

Prima volta – È la prima volta che avviene un episodio così grave tra le Api, famose proprio per la preparazione esclusiva. Trascorrono quattro settimane al Coespu (Center of Excellence for Stability Police Units, ovvero il Centro di eccellenza per le Unità di polizia di stabilità) di Vicenza dove si addestrano con istruttori del Gruppo di intervento speciale (Gis), poi tornano a Roma per perfezionarsi nel tiro, nelle tecniche di disarmo, nella lotta corpo a corpo, nel primo soccorso e nella guida sicura. È previsto anche un aggiornamento all’anno con i colleghi del Gis a Livorno ma l’allenamento, come dimostra l’esercitazione alla Montebello, è continuo. E proprio nella caserma di via Vincenzo Monti, nell’agosto 1994, perse la vita un altro carabiniere. In quell’occasione il militare rimase ucciso prima di un’esercitazione a causa di un incendio divampato dentro il poligono di tiro.