La stazione di Porta Genova è il capolinea della tratta Milano-Mortara (Foto di Matteo Negri)

44 chilometri di disagi. È questa la Milano-Mortara, la quarta linea ferroviaria peggiore d’Italia secondo il report “Pendolaria 2023” di Legambiente. La tratta, che dalla Lomellina attraversa l’hinterland fino a Porta Genova, è l’unica lombarda tra le dieci più problematiche del Paese. Prima di lei, solo le ex linee circumvesuviane, la coppia Roma-Lido e Roma Nord-Viterbo e la linea Catania-Caltagirone-Gela. A conferire questo “primato” alla Milano-Mortara sono soprattutto due fattori: da un lato, la permanenza del binario unico su gran parte della tratta; dall’altro, le condizioni dei treni che viaggiano sulla linea, vecchi anche più di quarant’anni. E così gli oltre 20mila pendolari affrontano una quotidianità di ritardi e soppressioni.

La questione del raddoppio – Dei 44 km della linea, solo 15 sono a doppio binario. Gran parte della tratta resta invece a binario unico: questo significa che meno treni possono circolare contemporaneamente. Per migliorare il servizio, da anni il comitato pendolari della linea, l’associazione “Mi.Mo.Al.” (Milano-Mortara-Alessandria), chiede di completare il raddoppio: «Di questo progetto si parla almeno dalla Seconda guerra mondiale», spiega Franco Aggio, presidente del comitato, «ma quando stava per realizzarsi, all’inizio degli anni 2000, la resistenza di alcuni Comuni della tratta ha fatto sì che il raddoppio fosse solo parziale». Oggi il doppio binario termina quindi ad Albairate, piccolo comune nell’hinterland milanese, lasciando a singolo binario i più grandi centri abitati di Abbiategrasso (32mila abitanti) e Vigevano (62mila). «Negli anni abbiamo proposto anche un progetto di raddoppio selettivo», aggiunge Aggio, «che avrebbe ridotto tempistiche, costi e anche l’impatto sui centri urbani. Tuttavia, Rfi ci ha spiegato che non sposava le sue linee guida. Ora la speranza è che il Pnrr comporti qualche passo in avanti». Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, infatti, include il raddoppio dei 3 km tra Albairate e Abbiategrasso, obiettivo da realizzare entro il 2026. Ma le preoccupazioni rimangono: «Per rispettare le scadenze, i lavori dovrebbero iniziare al più tardi nel 2024. Questo significa che un accordo definitivo dovrebbe essere raggiunto già in queste settimane, o neanche questo progetto sarà realizzato», prosegue il rappresentante dei pendolari.

Le condizioni dei treni – Un altro problema rilevato dai frequentatori della linea è lo stato dei convogli. «Le linee del Sud Milano hanno treni poco affidabili, vecchi anche più di quarant’anni», racconta Aggio, «perché spesso vengono privilegiate altre tratte, su cui viaggiano i treni più moderni. Eppure questo problema sarebbe risolvibile immediatamente, se solo ci fosse la volontà di intervenire». Per rispondere a queste rimostranze abbiamo provato a rivolgerci a Trenord, ente gestore del servizio, ma dall’Ufficio stampa non è giunta alcuna risposta. «Dobbiamo però essere onesti: la Milano-Mortara non è la linea peggiore in assoluto in Lombardia. Ci sono linee secondarie che fanno peggio, ma sfuggono alle rilevazioni», conclude il presidente di “Mi.Mo.Al”. Di fronte a uno scenario di problemi accumulati negli anni, il report di Legambiente spera di incentivare l’azione delle istituzioni per migliorare il servizio offerto ai pendolari: «Queste situazioni evidenziano da dove si dovrebbe partire per rilanciare l’offerta di trasporto pubblico su ferro, con beneficio in termini di meno inquinamento e meno congestione nelle nostre città, ma anche di qualità della vita e ridotta spesa per le persone», è l’auspicio che accompagna la classifica delle peggiori linee ferroviarie italiane.