Milano Pride 2019
Le foto della manifestazione300mila partecipanti, 60 sponsor, 66 eventi e iniziative culturali sparsi per la città per celebrare una data speciale: 29 giugno 1969, “la prima volta fu rivolta” dice lo slogan del Milano Pride 2019. Sono passati 50 anni da Stonewall e la rivoluzione del movimento LGBT continua.
Al Pride, sabato 29 giugno non c’era solo la comunità omosessuale ma una comunità allargata, che è «famiglia universale», come ha detto Gianmarco Negri, il primo sindaco transgender d’Italia eletto a Tromello, in provincia di Pavia, lo scorso maggio, dal palco del Pride davanti ai bastioni di Porta Venezia. La parata è partita da Piazza Duca d’Aosta, in testa Pierfrancesco Majorino, assessore alle politiche sociali, e il carro dei migranti LGBT che hanno aggiunto la striscia dorata (colore della coperta termica) alla bandiera arcobaleno. La parola chiave di questa edizione del Pride milanese è “rispetto”, l’hanno urlato in 300mila durante il flashmob che ha concluso la parata in difesa dell’amore, della libertà, della dignità dell’essere umano.
Cosa resterà dopo il Pride a Milano? Alla conferenza stampa di presentazione del Pride, il 18 giugno, Diana DeMarchi, la presidente della commissione pari opportunità della giunta Sala, ha annunciato che il 2 luglio aprirà una casa di accoglienza per le persone LGBT cacciate di casa dalla famiglia di provenienza a causa del loro orientamento di genere e sessuale. Sarà inoltre attivato un servizio antidiscriminazione per combattere l’omofobia e sono stati stanziati 500mila euro per promuovere una sessualità libera e consapevole tra i giovani.
Quali sono state invece le conquiste del movimento LGBT nel mondo?