Dicono di lui che avesse un’unica grande passione, quella per i cappellini. E proprio grazie a uno dei suoi berretti gli investigatori sono riusciti a risalire alla sua identità e a quella del suo assassino. Nella notte del 16 novembre i carabinieri di Milazzo, nel messinese, hanno arrestato Ettore Rossitto, pregiudicato 56enne, per l’omicidio del 29 luglio scorso di Giovanni Salmeri, pensionato di 73 anni. Secondo la ricostruzione della procura di Barcellona Pozzo di Gotto, Rossitto avrebbe accoltellato Salmeri per rubare i 650 euro di pensione che l’anziano aveva appena ritirato, e ne avrebbe poi bruciato i resti. Il pensionato era sparito apparentemente nel nulla, in un mistero che sembrava porre tante domande e avere pochissime risposte: nessuna denuncia di scomparsa, solo un corpo senza nome, carbonizzato e abbandonato in una discarica. Gli unici indizi erano costituiti da un portafogli vuoto, tre mazzi di chiavi e un cappellino verde. Dopo quasi quattro mesi, le indagini sono giunte a conclusione: Rossitto, ora in carcere a Messina, è accusato di omicidio premeditato e distruzione di cadavere.

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Oltre diecimila ore di filmati analizzati – Rossitto ha avvicinato la sua vittima con la scusa di dargli un passaggio in motorino. Lo avrebbe derubato e poi ucciso con 11 coltellate al petto, all’addome e alla gola, per poi bruciarne il corpo in una discarica abusiva poco lontano, nei pressi della località di Scaccia. Per arrivare a questa conclusione, i carabinieri del nucleo investigativo di Messina e quelli della compagnia di Milazzo hanno visionato più di diecimila ore di registrazioni provenienti da oltre 40 telecamere di videosorveglianza. Un minuzioso lavoro investigativo grazie al quale gli inquirenti sono inizialmente risaliti all’identità della vittima e in seguito a quella del suo assassino. Uno dei filmati mostra i due uomini a bordo di uno scooter, il giorno prima del delitto, diretti verso il luogo dove sarebbe poi stato ritrovato il corpo del pensionato. Nelle immagini successive si vede invece il pregiudicato allontanarsi da solo, e il fumo in lontananza proveniente dalla discarica. La svolta è arrivata dall’identificazione del cappellino verde indossato da Salmeri: il numero di targa del motorino di Rossitto ha poi consentito di risalire all’identità dell’assassino, che nei giorni precedenti al delitto avrebbe compiuto diversi sopralluoghi in zona. Il procuratore Emanuele Crescenti ha contestato anche la premeditazione del reato.