Scuole, oratori e strutture sportive: secondo molti italiani (un adulto su 4 e un ragazzo su 5), sono i luoghi ”fisici” in cui un minore rischia maggiormente di subire abusi sessuali e maltrattamenti. È quanto emerge da un sondaggio Ipsos (società che si occupa di analisi di mercato) promosso da Save The Children. Secondo questa ricerca, solo il 7% degli intervistati ritiene che, nel nostro Paese, «i minori siano completamente tutelati e al sicuro da comportamenti inappropriati». Luoghi pubblici pericolosi, ma occhio anche alla rete: per circa 8 adulti e 7 ragazzi su 10 è internet il canale in cui ci è esposti di più a minacce. E per il 50% delle persone il rischio maggiore, sia in chat che dal vivo, è la richiesta di rapporti sessuali.

Minaccia internet – La rete non è uno spazio sicuro. Lo pensano gli adulti (85%), ma anche i ragazzi (74%) che ritengono chat e app le piattaforme in cui è più facile avere ‘’richieste sconvenienti’’. Come inviare immagini intime in cambio di regali (secondo la metà dei ragazzi e 6 adulti su 10) o di diffonderle senza il consenso dell’interessato (60% degli adulti e la metà dei ragazzi).
Il 27% dei giovani ha rivelato anche di aver provato disagio per avere ricevuto determinate richieste o contenuti online da parte degli adulti (percentuale più alta in Campania – 35% – e più bassa in Lombardia, 19%), un’eventualità confermata  da più di 1 genitore su 10 (1 su 5 in Sicilia e Campania). A questi dati si aggiunge anche uno scarso controllo da parte dei genitori sull’attività online dei figli: il 17% degli intervistati ammette di non controllare mai i contenuti che i figli condividono in rete, mentre il 44% lo fa solo occasionalmente.

Modello comune – Si chiama ”Minori e percezioni dei rischi” il progetto di Save The Children per cui è stato pensato il sondaggio. Lo scopo era quello di individuare i luoghi, fisici e non, più pericolosi, per allertare tutte le realtà che si occupano della salvaguardia dei minori. Un passo necessario, secondo l’organizzazione, per definire un modello preciso di prevenzione e di tutela (Child safeguarding policy). A questo proposito è stato creato un manifesto, ”Dieci in condotta”, da sottoporre alle varie associazioni. L’obiettivo è l’adozione di un codice di comportamento comune, ma anche la formazione del personale che lavora con i bambini. In questo contesto, «diventa fondamentale – recita il manifesto – l’individuazione di una figura che gestisca le segnalazioni alla informazione dei minori e delle famiglie».