Malori, cadute, impreparazione e maltempo, sono queste le cause delle cinque morti avvenute in meno di 48 ore sulle vette italiane. Dal Lazio al Piemonte, il fine settimana tra il 19 e il 20 Novembre si è rivelato nero per il mondo dell’escursionismo.

Gli episodi –  Roberto Testa, 34 anni, era un ingegnere di Colleferro (Roma). È morto nella notte tra sabato e domenica al policlinico di Chieti. Era stato ricoverato per ipotermia dopo una caduta vicino al bivacco Fusco (2.455 metri) nel parco nazionale della Maiella. I soccorsi, chiamati dall’amico che era con lui, hanno dovuto raggiungere il ragazzo a piedi a causa del maltempo.

Non ce l’ha fatta neanche Mariacristina Masocco, 26 anni, praticante avvocato di Feltre (Belluno). La donna è precipitata a circa 2 mila metri di quota, sopra la Val Canzoi. Poco prima delle 16 di domenica 20 Novembre, il 118 aveva ricevuto una richiesta di soccorso dai 3 compagni di escursione. I soccorritori, che hanno subito recuperato gli altri escursionisti, hanno constatato la morte della donna ma non sono riusciti a recuperare la salma a causa della scarsa visibilità.

Il bivacco Fusco (2455 metri) nel parco nazionale della Maiella

Le storie – «Quando sono in montagna sento la gioia di vivere» aveva detto ai suoi amici Alessandro Regazzoni, 33 anni, lecchese. È stato trovato morto a quota 2.350 metri nei pressi di Pizzo Cavregasco, nel territorio del comune di Livo (Como). Di lui si erano perse le tracce già sabato 19 Novembre, quando aveva intrapreso una escursione in solitaria. Il ragazzo è caduto in un canale ripido dal quale i soccorsi hanno faticato a tirarlo fuori.

È invece precipitato nel vuoto per centinaia di metri Giovanni Bertaina, 71enne, davanti agli occhi di 15 suoi compagni in val di Susa (Torino) vicino alla Rocca d’Aigliere. Un medico della comitiva che aveva raggiunto l’uomo ha subito constatato che non c’era più nulla da fare. I soccorsi, abilitati per operazioni speciali in volo notturno, sono arrivati dalla Francia. Al bilancio delle vittime si aggiunge anche un 73enne colto da malore sulle montagne di Terelle (Frosinone).

I dati –  Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico lancia l’allarme: «Molti escursionisti non conoscono i pericoli oggettivi e soggettivi legati all’attività in montagna» ha dichiarato Fabio Bristot, membro della direzione del CNSAS. L’anno scorso 455 morti: più di uno al giorno.10mila 730 gli interventi. Si tratta del numero più alto mai registrato. Numeri simili quest’anno. Oltre mille gli interventi per persone scomparse mentre il 12% dei soccorsi intervengono su ferite gravi. Ora la stagione invernale: interventi in piste da sci e a causa di valanghe quelli più diffusi.