Il processo per la morte di Diego Armando Maradona rischia l’annullamento dopo il ritrovamento di riprese che confermerebbero un presunto accordo tra un membro della corte che sovrintende il dibattimento e una casa di produzione cinematografica per la realizzazione di un documentario. Secondo le prove, la giudice Julieta Makintach, 47 anni e figlia del noto giudice Juan Makintach, ha iniziato le riprese di un documentario non autorizzato intitolato Giustizia Divina pochi giorni prima dell’inizio del processo, assumendo il ruolo di protagonista e utilizzando anche delle telecamere nascoste in aula. Nel trailer la giudice dice: «Tutta la vita mi sono preparata per questo, la vita o Dio mi hanno scelto per fare giustizia». Ora è stata sospesa «a tempo indeterminato» dall’università australe, dove insegna diritto penale, e ha dovuto lasciare l’incarico nel processo per la morte dell’ex calciatore.

Julieta Makitach

la giudice del processo Maradona Julieta Makitach – Foto EPA/Juan Ignacio Roncoroni

Un trailer inequivocabile – Istantanee che annunciano la scomparsa di Maradona tratte da notiziari di tutto il mondo si alternano alle aule vuote e buie del tribunale di San Isidro. Una donna attraversa i locali mentre il rumore dei tacchi rimbomba nel corridoio, una voce racconta della morte del campione del mondo e di come le figlie chiedano giustizia. Mentre le immagini continuano ad alternarsi,  la donna, che alla fine si rivelerà essere proprio Julieta Makintach, raggiunge uno stanzino illuminato dove si siede ad una scrivania. Il suo sguardo incrocia quello dello spettatore nei secondi finali, mentre il titolo della serie – Giustizia Divina – fa il suo trionfale ingresso in campo. Queste le immagini mostrate giovedì 22 maggio pochi minuti prima dell’udienza prevista per il processo Maradona a San Isidro, dove dallo scorso 11 marzo ogni martedì e ogni giovedì i giudici Maximiliano Savarino e Veronica di Tomasso si uniscono a Julieta Makintach per soddisfare il febbrile interesse di una nazione intera. Qui l’accusa alla giudice di star lavorando ad un documentario non autorizzato sul processo e la richiesta degli avvocati di difesa e accusa di un suo allontanamento. I legali delle figlie di Maradona l’hanno finanche denunciata, in modo da appurare se l’iniziativa violi delle leggi. Ora il processo è sospeso in attesa che i restanti giudici decidano il da farsi.

Interesse morboso – Sono sette le persone imputate per la morte di Diego Armando Maradona, avvenuta a Tigre, vicino Buenos Aires, il 25 novembre 2020. L’ex calciatore è deceduto per un arresto cardiaco a due settimane da un’operazione per ridurre un ematoma subdorale, ovvero un’emorragia celebrale tra due meningi, mentre si trovava in ricovero domiciliare. Con lui otto operatori sanitari, tutti accusati di aver operato in modo carente nei confronti del degente. Tra questi, sette sono imputati nel processo iniziato lo scorso 11 marzo e rischiano dagli 8 ai 25 anni di carcere, mentre una di loro, un’infermiera, ha chiesto di essere processata separatamente da una giuria popolare, possibilità che la legge argentina prevede per gli imputati per cui è stata chiesta una pena superiore ai 20 anni. Il processo è stato istruito due anni e mezzo dopo la formalizzazione delle accuse, avvenuta nel giugno 2022, e ha acceso un interesse viscerale da parte della popolazione argentina. Tra gli avvocati protagonisti dell’accusa troviamo Fernando Burlando – legale delle figlie di Maradona – e Patricio Ferrari, due professionisti molto stimati in patria e personaggi televisivi di spicco in diversi programmi di cronaca.

Il futuro del processo – La palla adesso passa nelle mani dei giudici rimasti, Veronica di Tomasso e Maximiliano Savarino. Con il processo temporaneamente sospeso, i due dovranno decidere se sostituire Julieta Makintach e continuare i lavori attuali o se dichiarare nullo il processo e cominciarne uno da capo. Continuarlo con un nuovo giudice potrebbe causare ulteriori problemi e ricorsi; annullarlo significherebbe rinviare di almeno un anno il procedimento con il sorteggio di altri tre giudici. Secondo quanto riportato dal sito di informazione internazionale Swissinfo, Di Tomasso e Savarino hanno così commentato la situazione: «Io non la conosco. La vedo solo il martedì e il giovedì», ha detto il giudice Savarino; «Io sono la prima professionista della mia famiglia, non sono figlia di nessuno» ha invece attaccato la giudice Di Tomasso, facendo riferimento al padre della giudice Makintach.