Il contatore dei morti sul e di lavoro non rallenta nel 2019, anzi prosegue più veloce. In Italia 1.222 lavoratori hanno perso la vita nei primi 10 mesi dell’anno, compresi quelli sulle strade e in itinere, di cui 606 direttamente sui luoghi di lavoro. Numeri che testimoniano un aumento generale dei rischi che uomini e donne corrono per lavorare, visto che nel 2018, complessivamente, erano morte 1.133 persone. Nell’ultimo decennio le vittime nel nostro Paese hanno superato quota 17mila. A riportare l’attenzione sulla questione è un’inchiesta del Fatto Quotidiano, che ha messo in relazione i dati italiani con il trend mondiale, anch’esso in crescita. Secondo gli ultimi dati messi a disposizione dall’Organizzazione mondiale del lavoro (Ilo), nel 2017 ci sono stati 2,78 milioni di morti nel mondo per incidenti sul luogo di lavoro (365 mila) e per malattie professionali (2,4 milioni).

Carneficina mondiale –  Nel mondo, in media, nel 2017 ogni giorno 7.500 persone hanno perso la vita a causa della propria occupazione: mille per incidenti e 6.500 dopo una malattia. Dati che testimoniano una crescita del 20% in tre anni: nel 2014, infatti, erano state registrate 2,33 milioni di morti bianche. La distribuzione dei decessi rispecchia la distribuzione della popolazione attiva. Il 65% delle morti si registra in Asia, mentre Africa, Europa e Americhe oscillano attorno all’11%. Le morti da lavoro rappresentano dal 5 al 7% dei decessi globali ogni anno. Allo stesso modo di malattie collegate al lavoro si muore in tutto il mondo. I quasi tre quarti della mortalità globale correlata al lavoro sono legati a problemi al sistema circolatorio (31%), a tumori (26%) e a malattie respiratorie (17%).

3.200 miliardi di assistenza – I numeri sono preoccupanti anche per quanto riguarda gli incidenti e le malattie non mortali. A livello mondiale, sono ben 374 milioni le persone che ogni anno perdono giorni di lavoro per problemi di sicurezza e salute, con un conseguente impatto economico importante. Si stima che, complessivamente, oltre 3.200 miliardi di dollari vengano spesi ogni anno per assistere i lavoratori costretti ad assentarsi dal posto di lavoro, con un impatto che oscilla tra il 4 e il 6% sul Prodotto interno lordo di ogni Stato.

Boom di malattie in Italia – Nel nostro Paese aumentano in maniera consistente le denunce per le malattie professionali e per le malattie “tabellate” dall’Inail, ovvero quelle che esonerano i lavoratori dall’onere della prova. Nel 2019 si è arrivati a quota 41mila, ben 800 in più rispetto a dodici mesi fa. Allo stesso tempo diminuisce il numero di ispezioni (-9%), mentre segna un leggero aumento la quantità di irregolarità accertate (+3%). Triplicate le denunce per caporalato: sono 263 nei primi dieci mesi del 2019.