Un clochard è stato trovato morto martedì mattina sotto il colonnato della Galleria Umberto I, di fronte al Teatro San Carlo, nel centro di Napoli. L’uomo, dell’età apparente tra i 50 e i 60 anni, era avvolto dalle coperte con le quali si riparava la notte come altri senzatetto che abitualmente dormono in Galleria a pochi passi dal teatro. La polizia scientifica è arrivata sul luogo per accertarne identità e causa della morte, da attribuire probabilmente al freddo o a un malore.
La morte del clochard davanti al San Carlo è destinata a far discutere. A pochi passi dal suo cadavere, infatti, gli avventori di un bar – turisti e non – hanno continuato a bere tranquillamente il caffé seduti ai tavolini.
Il problema dei senzatetto in Galleria non è nuovo per la città. Esattamente un anno fa, la presenza dei clochard sotto il porticato del San Carlo aveva suscitato un polverone mediatico. Roberto Bolle, primo ballerino della Scala, era stato travolto dalle critiche via Twitter per un messaggio in cui scrisse che “i senzatetto che s’accampano e dormono sotto i portici del #teatrosancarlo, gioiello di Napoli, sono l’emblema del degrado di questa città”.
Al suo tweet era seguita una cascata di risposte tanto indignate da portare Bolle a cancellare i tweet (compresa una foto e un’altra frase, “Scena mai vista davanti a nessun teatro. Né in Italia né all’estero”). Persino il sindaco De Magistris era intervenuto nella polemica e aveva elencato tutte le attività del Comune per aiutare i senzatetto. La querelle si era chiusa con le scuse dell’Etoile che spiegava di essere stato frainteso: “Il mio attacco non era rivolto ai senzatetto, le persone più bisognose d’aiuto. Non è nella mia sensibilità. Credo di averlo sempre dimostrato”.
Francesco Giambertone