Sparatorie in mezzo alla folla, incursioni intimidatorie, vedette che si scambiano armi. Nel rione Conocal del quartiere Ponticelli, a Napoli, la guerra tra clan si fa in strada, tra la gente. Questo raccontano le immagini delle telecamere nascoste collocate dai Carabinieri e che il 24 marzo hanno fatto scattare l’arresto per una dozzina di persone sospettate di appartenere al clan camorristico «D’Amico». Tra i fermati, anche quattro giovani con tatuata la scritta «Fraulella», in quello che sembrerebbe un omaggio al soprannome del boss Giuseppe D’Amico, attualmente in carcere per omicidio.

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A Ponticelli, la rivalità tra gruppi criminali è senza quartiere. Il clan «D’Amico» e il gruppo camorristico «De Micco» si contendono da decenni il controllo delle attività criminali nell’area e per farlo hanno costruito una rete di vedette armate, spesso giovanissime, collocate nelle strade e nelle piazze. Quando esplode il conflitto, i due gruppi non esitano a regolare i conti in mezzo alla folla: come nei film polizieschi degli anni ’70, ma con gli abitanti del quartiere al posto delle comparse e con pistole e proiettili veri al posto delle armi di scena. I video dei Carabinieri mostrano scene agghiaccianti: quattro persone a bordo di due scooter passano in strada e sparano contro un gruppo rivale, a due passi da un gruppo di giovani – tra cui un bambino – a cui non resta che scappare dall’altro lato della via; intanto, da una traversa spunta un quinto uomo, probabilmente un sicario, e si mette a sparare a sua volta.

Secondo le prime indiscrezioni, tra gli arrestati ci sarebbero almeno quattro giovani tra i 20 e i 23 anni con tatuaggi inneggianti al capoclan Giuseppe D’Amico, in carcere per l’omicidio di Alessandro Malapena, ucciso a colpi di pistola nell’agosto 2013.

Le indagini, condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e dalle forze dell’ordine, hanno portato all’arresto di una dozzina di persone, accusate di tentato omicidio, sequestro di persona e detenzione di armi, con l’aggravante mafiosa. L’operazione scatta in contemporanea agli arresti di altre trenta persone ritenute affiliate al clan camorristico Cuccaro-Andolfi nel quartiere Barra. Secondo il sottosegretario alla Difesa Giacchino Alfano si tratta di «un ennesimo colpo inferto alla criminalità organizzata».

Chiara Severgnini