Nascono sempre meno bambini in Italia e la causa principale è l’aumento dei costi per le famiglie. Drastico il rapporto «Atlante dell’Infanzia a rischio» presentato da Save The Children: sono 748mila le famiglie in povertà assoluta in cui sono presenti minori. In questo contesto i più piccoli partono già svantaggiati rispetto ai coetanei, i primi anni di vita sono fondamentali per sviluppare capacità e interessi. Le difficoltà per le famiglie nascono dall’incremento dei costi dei beni essenziali per l’infanzia. Secondo uno studio in collaborazione con il Centro Studi di Confindustria tra il 2014 e il 2024 i costi pre-nascita come visite mediche ed ecografie sono cresciuti del 37% e il costo di latte e pappe dal 2019 al 2023 è aumentato del 19,1%. Un altro punto cruciale riguarda gli asili nido, la spesa per le famiglie italiane risulta maggiore dell’11,3% per gli istituti privati, mentre è più contenuto (più 1,5%) che quelli comunali, sempre insufficienti.
Denatalità – Il contesto economico e sociale ha portato nel 2023 ad un nuovo record di denatalità: sono nati solo 379.890 bambini. Secondo una previsione Istat questa tendenza non si dovrebbe invertire: se oggi bambini e giovani fino a 18 anni sono il 15,3% della popolazione, nel 2050 saranno appena il 13,5%. Un altro dato allarmante riguarda i Comuni italiani: in 340 di essi non è nato alcun bambino. I dati sono piuttosto allarmanti: sono 1 milione e 295mila i minori in povertà assoluta. Il 13,4% dei bambini tra 0 e 3 anni vive in questa situazione e cica 200.000 si ritrovano in povertà alimentare, ossia in famiglie che non riescono a garantire almeno un pasto proteico ogni due giorni. Inoltre il 9,7% dei piccoli ha sperimentato la povertà energetica vivendo in una casa che non rispetta gli standard minimi di riscaldamento.
Disuguaglianze – In Italia ci sono ancora numerose differenze sociali e territoriali. Il paese va a due velocità differenti e i servizi divergono da nord a sud. A rimetterci sono i bambini e la dicotomia è visibile ancora una volta nella gestione degli asili. Grazie ai fondi del Pnrr i posti negli asilo nido dovrebbero aumentare avvicinandosi all’obiettivo fissato dall’Europa di un tasso di copertura del 45% per il 2030. Questa però è una media nazionale, il Sud, come sempre, rischia di restare indietro. Campania e Sicilia attualmente hanno il tasso di copertura più basso d’Italia, un dato tanto più grave visto che sono la seconda e la terza regione per incidenza dei bambini tra 0 e 2 anni rispetto alla popolazione.