Il Presidente del consiglio Giuseppe Conte a Bruxelles (Foto di Yves Herman/EPA)

Il governo verso il sì agli spostamenti per i comuni con meno di 5.000 abitanti a Natale, Santo Stefano e Capodanno, anche mentre si valutano nuove misure restrittive anti-Covid a livello nazionale. Oggi, 14 dicembre, si dovrebbe arrivare ad una decisione definitiva nell’incontro fra capidelegazione, ministri e membri del Comitato tecnico-scientifico.

La proposta del governo – Nei giorni scorsi sono state prese in considerazione tre diverse soluzioni, come spiega il Corriere della Sera. Si è pensato di permettere gli spostamenti fra paesi con pochi residenti o fra quelli confinanti o anche all’interno delle province. Nel governo e nella maggioranza, Italia Viva e alcuni membri del Pd si erano mostrati favorevoli all’ipotesi di una deroga. Alla fine, sembra aver prevalso la linea più rigorista, sposata dai ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza, che si erano detti contrari ad un allentamento eccessivo delle norme. Gli spostamenti dovrebbero essere permessi solo agli abitanti dei piccoli comuni e solo nel raggio di 30 km dal luogo di residenza. Intervistato dal Corriere, Boccia ha dichiarato che «una cosa è lo spostamento tra piccolissimi comuni e borghi confinanti», mentre sarebbe un errore «allargare i confini comunali a tutta la provincia, come chiede la destra». La proposta dovrebbe essere presentata oggi al Senato, con una mozione di maggioranza che impegni il governo a modificare il precedente decreto. Secondo Coldiretti, favorevole alla deroga, il permesso agli spostamenti per i comuni con meno di 5.000 abitanti interesserebbe 10 milioni di italiani.

La mozione del centrodestra – Mercoledì 16 dicembre, invece, al Senato verrà discussa la mozione unitaria del centrodestra, per consentire spostamenti fra comuni della stessa provincia o area metropolitana il giorno di Natale e agevolare chi va a trovare persone anziane, sole o disabili o i figli nel caso di genitori separati. Proposte che vanno oltre la risposta per ora prevista dal governo.

Le critiche di De Luca e Calenda – La linea di Conte attira però critiche anche dal centrosinistra. Vincenzo De Luca, governatore della Campania, il 13 dicembre a Che tempo che fa ha bocciato la linea del governo: «Se apriamo la mobilità nei piccoli Comuni che sono 10 milioni di abitanti non ci sarà più nulla da fare perché avremo una ripresa drammatica del contagio a gennaio». Duro anche il commento di Carlo Calenda: «Se il governo fa una norma per chiudere e la gente si comporta di conseguenza, poi ne fai un’altra per autorizzare lo spostamento tra Comuni, poi decidi il lockdown perché lo ha fatto la Merkel, forse non sei adatto per prendere queste decisioni», ha dichiarato il leader di Azione intervenendo su Radio Capital il 14 dicembre.

L’apertura di Conte – Già l’11 dicembre, durante la conferenza stampa al termine del Consiglio europeo, Giuseppe Conte si era detto aperto a considerare deroghe o modifiche al Dpcm del 4 dicembre: «Se il Parlamento, assumendosene tutte le responsabilità, vuole concedere qualche eccezione per i Comuni più piccoli ci sarà un confronto. Il Parlamento è sovrano». Ma subito era arrivata la frenata dei tecnici. In un’intervista alla Stampa, il coordinatore del Comitato tecnico-scientifico, Agostino Miozzo, ha dichiarato che «gli spostamenti durante il periodo natalizio andrebbero ridotti, non aumentati». Autorizzare gli spostamenti, anche per i piccoli comuni, «è un rischio», ha aggiunto.