Martedì 10 dicembre. 3.20 di notte. L’equipaggio della Trotamar III, imbarcazione dell’Ong tedesca Compass Collective, sente delle grida provenire dalle nere acque del mar Mediterraneo, a dieci miglia – circa 16 chilometri – da Lampedusa. Sono le richieste di aiuto di una ragazzina di 11 anni, aggrappata da ore a due camere d’aria per resistere al mare in burrasca. La bambina viene tratta in salvo dai marinai in stato di ipotermia, sotto choc, ma vigile. L’unica sopravvissuta del naufragio di un barcone partito da Sfax in Tunisia e affondato a causa di una tempesta è stata soprannominata Yasmine.
Il vento a oltre 23 nodi e le onde alte cinque metri hanno ribaltato il vecchio peschereccio su cui Yasmine viaggiava con altri 45 uomini, donne e ragazzi, tutti trascinati dalla forza del mare del Canale di Sicilia. Tra questi anche il fratello maggiore, che ha messo alla vita della sorellina le camere d’aria che le hanno consentito di salvarsi. «È stato un miracolo aver sentito la sua voce in alto mare e col motore dell’imbarcazione acceso» ha dichiarato lo skipper del veliero tedesco Matthias Wiedenlübbert una volta sbarcato a Lampedusa.

L’accoglienza a Lampedusa – Arrivata sull’isola, la bambina originaria del Sierra Leone è stata affidata ai medici del presidio sanitario, a cui ha raccontato di essere partita dalle coste tunisine l’8 dicembre. «Ha detto di essere rimasta in acqua per tre giorni vicino ad altre persone che poi sono scomparse tra le onde. Non aveva con sé acqua o cibo ed era ipotermica, ma reattiva e orientata» riferiscono i soccorritori. Successivamente, come ha spiegato Rosario Valastro, presidente della Croce Rossa Italiana, «la piccola è stata accolta all’hotspot di Contrada Imbriacola dove viene seguita dalla nostra equipe multidisciplinare». «Una notizia triste – prosegue Valastro – che ci arriva a pochi giorni dalla Giornata internazionale dei migranti», che cade il 18 dicembre di ogni anno come stabilito dall’Onu nel 2000.

Le indagini – Il racconto di Yasmine ha fatto sorgere qualche dubbio agli investigatori, perplessi su come una bambina sia riuscita a sopravvivere per tre giorni in mezzo all’acqua gelida del mare in tempesta. A questo si aggiungono i segni dell’ipotermia, che non sarebbero compatibili con una permanenza in acqua superiore alle 12 ore. Secondo chi indaga una spiegazione possibile è legata al fatto che «in quelle condizioni si perde la cognizione del tempo». Per risolvere questi aspetti la Procura di Agrigento aprirà un’indagine per naufragio colposo, omicidio colposo plurimo e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. I pm, guidati dal procuratore Giovanni di Leo, riceveranno inoltre nelle prossime ore una relazione della Capitaneria di Porto.

Il report della fondazione Migrantes – Martedì 11 dicembre, il giorno dopo il salvataggio di Yasmine, è stata presentata l’ottava edizione del report sul diritto d’asilo realizzato dalla Fondazione Migrantes, organismo pastorale della Cei (Conferenza Episcopale Italiana). La relazione, curata dall’antropologa Cristina Molfetti e da Chiara Marchetti, del Centro Immigrazione Asilo e Cooperazione, descrive il Patto europeo su migrazione e asilo, insieme di nuove norme per la gestione della migrazione e che istituiscono un sistema comune di asilo a livello Ue aggiornato il 14 maggio 2024, «un compromesso al ribasso che prelude a un ulteriore impoverimento dei diritti di richiedenti asilo e rifugiati». Questo si riflette nei numeri degli arrivi dal Mediterraneo, in calo del 61% nel periodo gennaio-ottobre rispetto al 2023. Alla fine di agosto, sempre secondo Migrantes, la stima dei rifugiati e dei migranti morti o dispersi nel Mediterraneo era di 1342, con la traversata del Mediterraneo centrale che rimane la più pericolosa: 1053 vittime registrate fino ad agosto.