Una maxi operazione dei carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Cosenza ha portato in carcere, mercoledì mattina, 28 persone ritenute esponenti e gregari della cosca di ‘ndrangheta Acri – Morfò di Rossano Calabro. Gli arresti sono stati eseguiti a Rossano, Vigevano (Pavia), Viterbo, Parma e Cuneo. Tra di loro c’è anche Ivan Nicoletti, consigliere comunale a Rossano, eletto alle elezioni del 2011 nella maggioranza di centrodestra. A lui sono stati concessi gli arresti domiciliari. Le ipotesi di accusa che la Dda di Catanzaro rivolge nei confronti dei 28 arrestati vanno dall’associazione a delinquere di tipo mafioso, al tentato omicidio, dalla ricettazione alle estorsioni, spaccio di droga, rapine e trasferimento fraudolento di valori.
A gestire gli affari per la cosca sarebbe la moglie del boss di ‘ndrangheta Nicola Acri. Acri soprannominato “occhi di ghiaccio” e ritenuto dagli investigatori uno dei più feroci killer della mafia calabrese, era stato arrestato da latitante nel novembre 2010 a Bologna. Gli arresti sono arrivati dopo una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Catanzaro, che ha accolto la richiesta della Distrettuale antimafia del capoluogo calabrese.
I carabinieri hanno anche sequestrato beni per un valore complessivo di circa 40 milioni di euro. “Sigillate” 17 società, molte delle quali riconducibili ad attività commerciali, 25 immobili, tra terreni e appartamenti, 45 autoveicoli e 7 polizze assicurative. Sono stati poi sequestrati anche conti correnti bancari e denaro contante. Nel corso delle indagini, secondo quanto si è appreso, è emerso che la cosca riciclava i proventi delle attività illecite investendo principalmente in attività commerciali.
Il “predominio” sul caffè – Secondo quanto hanno riferito gli investigatori, la cosca imponeva agli stabilimenti balneari, ai bar e ad altre attività commerciali di utilizzare il ‘Pellegrino Caffe” o, in sostituzione, il ‘Jamaican Caffe” o ‘Pi.gi Caffe”. In alcuni casi, in modo particolare per i distributori automatici, la cosca obbligava i gestori a mescolare le miscele di caffé. Attraverso poi un’alleanza tra la cosca Acri e quella di Cirò marina (Crotone), la distribuzione del “Pellegrino Caffè” era stata estesa anche ad alcuni esercizi commerciale del nord Italia, in particolare nella zona di Rho, dove ci sarebbe una forte influenza della famiglia di ‘ndrangheta del crotonese. Da numerose intercettazioni telefoniche è emerso, poi, che i componenti della cosca organizzavano il reinvestimento dei proventi della vendita del caffé predisponendo l’acquisto di attività commerciali, in particolare gelaterie, anche negli Stati Uniti.
Mafia e politica – Dalle indagini della Dda di Catanzaro, inoltre, è emerso che le elezioni comunali di Rossano nel 2011 sarebbero state condizionate dalla cosca Acri-Morfò. Alcuni degli arrestati sono accusati di violenza e minacce per costringere gli elettori ad esprimere il loro voto per uno specifico candidato: Ivan Nicoletti, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.
Luigi Brindisi