L’Ordine dei giornalisti parla di «sconcerto», mentre per il Garante della privacy le immagini sono in «evidente contrasto con le disposizioni della normativa». Sabato 27 gennaio il Tg1 ha mandato in onda un video nel quale si vede una donna lasciare una carrozzina nella sala d’attesa di un ospedale: dentro c’era un neonato di quattro mesi, probabilmente suo figlio. Le immagini, che sono state riprese dalle telecamere di sicurezza, non sono state oscurate nel servizio riprodotto all’interno del telegiornale. «Non sono state rispettate né la tutela del bambino, né la privacy della donna», si legge nella pagina Facebook di GiULIA, l’associazione delle giornaliste che si batte per cambiare la rappresentazione di genere sui media.
La violazione — «Un’operazione di questo genere serve per fare clickbait. Ultimamente lo fanno anche i media tradizionali», ha denunciato Paola Rizzi, vicepresidente di GiULIA. «C’è un inseguimento con i media che non sono vincolati dalla deontologia (come i social o alcuni siti web, ndr). A sorprendere è che questo comportamento venga messo in pratica dal servizio pubblico». Un gioco al ribasso che rischia di creare una «competizione senza regole» fra il giornalismo e l’informazione fatta sui social media. «Invece di cercare di fare meglio il nostro lavoro per distinguerci, va a finire che li inseguiamo sullo stesso terreno. Questa è una grande emergenza per il mondo dell’informazione», ha aggiunto la giornalista.
Il dito non è puntato solo sul Tg1, che per primo ha mostrato le immagini della madre e del bambino senza oscurarle: «Ho visto anche su un giornale una foto grande del bambino, dove il suo viso è sì oscurato, ma se io fossi una vicina di casa di quel bambino lo riconoscerei benissimo».
La privacy di madre e bambino — Un problema deontologico, ma anche un potenziale reato. Sia l’Ordine dei giornalisti sia il Garante della privacy hanno segnalato che la privacy della donna e del neonato sono state violate. «Le immagini – peraltro registrate per altre finalità – non avrebbero dovuto essere trasmesse, in quanto lesive della dignità della donna, in un momento di particolare fragilità», si legge così nel comunicato dell’Autorità. Sul lato della deontologia, invece, è stata chiesta l’apertura di un procedimento disciplinare.
«Si suppone che una persona che diventa giornalista sia formata su ciò», ha commentato Rizzi. «Tutto questo va soprattutto a danno del minore, oltre che della donna coinvolta di cui non sappiamo niente. Un caso come questo riguarda i diritti umani delle persone».
La vicenda — Prima l’ingresso in ospedale con la carrozzina. Poi, dopo pochi minuti, la donna si è alzata dicendo di dovere andare in bagno. Una volta uscita dalla sala d’attesa, non è più tornata. Ad accorgersi del bambino è stata un’infermiera del 118 che, incuriosita, ha chiesto di chi fosse il bimbo. Le immagini mostrate dal telegiornale si fermano qui. Intanto la donna aveva fatto perdere le proprie tracce. Il neonato è stato portato in una casa famiglia. Nel mentre, le autorità hanno avviato le indagini per rintracciare quella che con ogni probabilità è la madre.