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L’ingresso dell’ospedale di Faenza dove si è verificato il secondo caso di morte in sala parto negli ultimi quattro mesi

Sembrava un capitolo chiuso, quello delle morti di parto negli ospedali italiani, dopo la drammatica serie di decessi nell’ultima settimana del mese di dicembre e le conseguenti rassicurazioni del ministero della Sanità e degli esperti. Ma un nuovo caso potrebbe fare ripartire il dibattito. Un neonato è morto nella sala parto dell’ospedale di Faenza, mentre è fuori pericolo la madre. La donna, che ha un altro bambino, è stata soccorsa d’urgenza e trasferita in rianimazione. La notizia della tragedia, avvenuta giovedì 21 gennaio, è stata riportata da un quotidiano locale. I medici hanno riferito che i valori di madre e bimbo erano sotto controllo e che la situazione sarebbe degenerata senza alcun preavviso, dopo una gravidanza priva di rischi. Solo ipotesi per il momento sulle cause del decesso, forse dovuto a una malformazione del neonato non diagnosticata. L’Ausl locale ha aperto un’indagine interna per accertare eventuali responsabilità. Si tratta del secondo caso di morte neonatale nello stesso ospedale da settembre.

Torna così in primo piano il tema della sicurezza in sala parto. Già al centro di discussioni e polemiche a partire dal giorno di Natale, quando la 34enne Anna Massignan ha perso la vita, insieme al figlio Leonardo, all’ospedale di San Bonifacio (Verona), durante un cesareo d’urgenza. Il 26 dicembre Angela Nesta, 39 anni, è deceduta al Sant’Anna di Torino con la sua bambina. La procura del capoluogo piemontese ha aperto un’indagine ipotizzando il reato di omicidio colposo. Tre giorni dopo, i casi della blogger Marta Lazzarin a Bassano del Grappa morta durante il travaglio e di una 23enne foggiana deceduta durante il parto in casa. Infine, agli Spedali Civili di Brescia, anche Giovanna Lazzari, 30 anni, e il suo bambino non sono sopravvissuti al parto.

Cinque casi in sette giorni che avevano spinto il ministro della Sanità Beatrice Lorenzin a creare una task force e mandare gli ispettori in tutti gli ospedali coinvolti. Il Ministro aveva però rassicurato: «I dati italiani sulle morti materne, 10 ogni 100mila nati, sono tra i migliori d’Europa». Una statistica che forse non è bastata a rasserenare gli animi. Un nuovo allarme è arrivato dalla Calabria, lo scorso 25 gennaio, quando un neonato ha perso la vita all’ospedale “Annunziata” di Cosenza. Ora, con il caso di Faenza, il dibattito sulla sicurezza delle sale parto italiane potrebbe riaprirsi.

Simone Gorla