La polizia sul luogo dell’agguato (Ansa/David Nicolò)

Ha aperto la porta e gli hanno sparato: un colpo ha raggiunto la testa, l’altro il torace. È arrivato al Gemelli di Roma in condizioni gravissime il 16enne, ferito in un agguato di stampo mafioso a Nettuno, nella mattinata di ieri, 2 marzo. Nella notte è stato sottoposto a due interventi chirurgici, in cui i medici sono riusciti a estrarre i proiettili. Ora il ragazzo è in coma farmacologico.

L’agguato – Intorno alle 12.30 di ieri il 16enne si trovava a casa del padre Antonello Francavilla, un pregiudicato di 44 anni agli arresti domiciliari. Sentendo bussare all’appartamento in zona via Greccio, sul litorale romano, era stato il ragazzino ad aprire agli aggressori. I due sconosciuti, ancora ricercati, hanno diretto la pistola verso padre e figlio, ferendoli entrambi. Le condizioni del ragazzo però sono apparse subito critiche e hanno reso necessario il trasporto d’urgenza al Gemelli in elicottero.

Le indagini – A indagare sul caso per duplice tentato omicidio sono i pm della Direzione distrettuale antimafia di Roma, la stessa che nei giorni scorsi, sempre a Nettuno aveva arrestato alcuni esponenti legati alla ‘ndrangheta. Anche in questo caso a fare da sfondo alla sparatoria ci sarebbe la criminalità organizzata. Francavilla, si presume il vero bersaglio della sparatoria, è infatti uno dei massimi esponenti della mafia foggiana.

Pregiudicato – Dal marzo 2021 Antonello Francavilla sta scontando parte della pena a 13 anni e 4 mesi ai domiciliari, dopo otto anni trascorsi in carcere. L’uomo era stato arrestato nel 2013 in un blitz antidroga e condannato sia per concorso nell’importazione di 300 quintali di hashish dal Marocco, che per associazione mafiosa. Tra i reati che gli sono stati contestati in questi anni compare anche quello di estorsione aggravata dal metodo mafioso, per cui Francavilla sta aspettando il verdetto del suo ricorso fatto in Cassazione. Il suo nome, insieme a quello del fratello Emiliano e del suocero Roberto Sinesi, 62 anni, è conosciuto per essere al vertice del clan Sinesi-Francavilla, una delle tre batterie della “Società Foggiana”, nome sotto cui si riconosce la criminalità organizzata nella città pugliese e di cui la famiglia è da generazioni protagonista. Il padre del pregiudicato aggredito ieri, Mario detto “il nero”, è stato ammazzato a bordo della sua auto nel 1993 mentre faceva ritorno a casa, vittima di una “guerra” durata più di trent’anni tra clan mafiosi rivali.