A partire da settembre 2025, anche gli studenti delle scuole superiori italiane dovranno fare a meno del telefono cellulare durante l’orario scolastico. Lo ha stabilito una nuova circolare del Ministero dell’Istruzione e del Merito, firmata dal ministro Giuseppe Valditara, che estende anche al secondo ciclo di istruzione il divieto già in vigore dal settembre 2024 nelle scuole primarie e secondarie di primo grado. Il provvedimento, presentato come «improcrastinabile» dal ministro, nasce dalla crescente preoccupazione per gli effetti negativi che un uso eccessivo o scorretto dello smartphone ha sulla salute psico-fisica e sul rendimento scolastico degli adolescenti.
Gli studi scientifici – La circolare fa riferimento a numerosi studi scientifici, tra cui elaborazioni dei test Ocse-Pisa, dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), secondo cui oltre il 25% dei giovani tra i 11 e i 17 anni presenta un uso problematico dello smartphone, spesso associato a disturbi del sonno, calo dell’attenzione, peggioramento delle relazioni sociali e diminuzione delle performance scolastiche. In particolare, un’indagine ISS del 2023 ha evidenziato che il 15% degli adolescenti dorme meno di sei ore per notte, in molti casi a causa dell’utilizzo notturno del telefono. Anche uno studio dell’Università di Bologna, pubblicato sulla rivista Frontiers in Psychology, ha rilevato che l’uso intensivo del cellulare a scuola è correlato a maggiori livelli di ansia e a una minore partecipazione attiva alle lezioni.
Il contesto europeo – La riforma inserisce l’Italia in un trend europeo sempre più marcato verso il contenimento dell’uso dello smartphone in ambito scolastico. In Francia, ad esempio, il divieto totale per gli studenti fino ai 15 anni è in vigore dal 2018. In Svezia, la recente riforma della scuola ha introdotto la possibilità per gli insegnanti di confiscare i telefoni durante le lezioni. In Germania, le competenze sono delegate ai Länder, ma sempre più scuole optano per regolamenti restrittivi. E in Finlandia, spesso citata come modello educativo, si è riaperto il dibattito sull’uso dei dispositivi digitali a seguito di un calo generalizzato nei risultati degli studenti. Non mancano però casi in cui l’approccio permissivo pare aver dato buoni risultati. Così è per l’Estonia, dove l’uso dello smartphone a lezione è incoraggiato e le valutazioni degli studenti in matematica nei test Ocse doppiano quelle dei colleghi italiani.
Nel contesto nazionale, la decisione di Valditara arriva dopo un confronto avviato a maggio 2024 con la Commissione europea, che ha elaborato una raccomandazione comunitaria per armonizzare le politiche scolastiche dei Paesi membri in materia di benessere digitale degli studenti. L’obiettivo, si legge nella circolare, è promuovere un utilizzo appropriato delle tecnologie, «preservando lo sviluppo cognitivo e relazionale dei ragazzi».
Le scuole, in base all’autonomia organizzativa e didattica riconosciuta dal sistema scolastico italiano, dovranno ora aggiornare i propri regolamenti interni e il patto di corresponsabilità educativa per recepire il nuovo divieto. Non solo sarà proibito usare lo smartphone durante l’attività didattica, ma il divieto si estenderà all’intero orario scolastico. Sono previste sanzioni disciplinari per i trasgressori, ma le modalità di controllo e le misure da adottare per garantire il rispetto della norma saranno definite da ciascun istituto.
Le eccezioni – Non mancano tuttavia delle eccezioni. Sarà infatti sempre consentito l’uso del telefono nei casi previsti da un Piano Educativo Individualizzato o da un Piano Didattico Personalizzato, destinati rispettivamente a studenti con disabilità o con disturbi specifici dell’apprendimento. L’uso sarà inoltre ammesso in ambiti didattici specifici, ad esempio nei percorsi tecnici dedicati all’informatica o alle telecomunicazioni, quando il cellulare è funzionale all’attività di apprendimento. Il divieto non riguarda invece altri dispositivi digitali come tablet, computer e lavagne interattive, il cui impiego rimane confermato per fini didattici. Anzi, il ministero invita le scuole a sfruttare appieno le potenzialità offerte da questi strumenti, anche grazie agli investimenti compiuti negli ultimi anni con il Piano Nazionale Scuola Digitale e le risorse del PNRR.
Le reazioni – La misura ha già suscitato reazioni contrastanti. Se da un lato molti insegnanti e dirigenti scolastici accolgono con favore l’intervento, denunciando da tempo le difficoltà di gestione disciplinare legate all’uso incontrollato dei cellulari, dall’altro alcune associazioni studentesche parlano di «approccio punitivo» e chiedono invece un’educazione all’uso consapevole della tecnologia, piuttosto che un divieto assoluto. Anche molti pedagogisti sembrano voler far propria la massima latina “l’abuso non vieta l’uso” e invitano a riflettere sul rischio di creare una «scuola disconnessa dalla realtà digitale» in cui, peraltro, vivono quotidianamente i giovani. E spingono per l’inserimento di ore di formazione specifiche che illustrino i rischi, le potenzialità e gli approcci utili a far sì che il cellulare divenga un mezzo e non un fine.